Alessia Pifferi torna a processo, domani l’udienza nel giorno del compleanno della figlia Diana morta di stenti
Comincerà domani, mercoledì 29 gennaio, il processo di appello per Alessia Pifferi, la 37enne di Ponte Lambro condannata all'ergastolo in primo grado per la morte di stenti della figlia Diana, di 18 mesi. L'udienza, che si terrà davanti alla corte di Assise di Appello di Milano, si svolgerà per una coincidenza proprio nello stesso giorno del compleanno di Diana, che domani avrebbe spento quattro candeline. La difesa ha chiesto che sull'imputata venga effettuata una nuova perizia psichiatrica, dopo che in primo grado era stata ritenuta pienamente capace di intendere e di volere.
Nel processo di primo grado, conclusosi il 13 maggio 2024, Alessia Pifferi era stata condannata all'ergastolo, con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato della figlia. Secondo la sentenza, nel luglio 2022 la donna avrebbe provocato la morte di Diana abbandonandola per sei giorni a casa da sola, nel suo appartamento di via Parea, in zona Ponte Lambro, a Milano. Giornate che Pifferi avrebbe trascorso a casa del compagno, in provincia di Bergamo.
Su richiesta della difesa, che sosteneva l'ipotesi di un "grave deficit cognitivo" a carico della donna, in primo grado Pifferi era stata sottoposta alla perizia psichiatrica del dottor Elvezio Pirfo, consulente nominato dalla Corte di Assise di Milano. Dagli esami erano emersi "disturbi di tipo dissociativo/psicotico o della sfera affettiva", ma anche la "capacità di intendere e di volere" nelle sue azioni, che aveva portato alla piena condanna della donna.
Ed è qui che si innesta un altro nodo processuale che ha fatto finire sette persone sotto la lente di nuove indagini, coordinate dal pm Francesco De Tommasi. Tra gli indagati, le due psicologhe del carcere che secondo l'accusa avrebbero manipolato un test per far ottenere a Pifferi una perizia psichiatrica nel processo.
Coinvolti in questo filone di indagini anche l'avvocata della donna, Alessia Pontenani, e il consulente nominato dalla difesa, Marco Garbarini, entrambi accusati di favoreggiamento. Secondo il pm, avrebbero messo in atto "un piano precostituito" per convincere il perito nominato dal tribunale di Milano che l'imputata fosse "affetta da un ritardo mentale grave" e almeno "parzialmente incapace di intendere e volere". Stando alla ricostruzione di De Tommasi, l'avvocata avrebbe consigliato a Pifferi di "simulare in carcere comportamenti e atteggiamenti" per sembrare "fuori di testa", mentre Garbarini le avrebbe fornito "indicazioni" per simulare "disturbi psichici" durante la perizia.