Alessia Pifferi non può andare al cimitero dalla figlia Diana: la decisione del Tribunale
Alessia Pifferi non può uscire dal carcere di San Vittore per visitare al cimitero la tomba della figlia Diana, morta di stenti nel luglio scorso dopo essere stata abbandonata per una settimana nella casa di Ponte Lambro a Milano: la Corte d'Assise ha ufficialmente respinto la richiesta, non ravvisando un fondamento giuridico (sulla base dell'articolo 30) sui permessi previsti dall'ordinamento penitenziario.
"Alessia Pifferi come una bambina di 7 anni"
La Corte, del resto, aveva anche ultimamente rigettato la richiesta di perizia psichiatrica sulla capacità di affrontare un processo da parte di Alessia Pifferi. Ma torna alla carica l'avvocata della difesa, che ha recentemente denunciato: "Alessia Pifferi ha un grave ritardo mentale, pari a quello di una bambina di 7 anni. In carcere è stata sottoposta a un test sul quoziente intellettivo ed è risultato pari a 40, ossia a 1 percentile", le sue parole, nella richiesta di una nuova perizia che possa determinare se al momento dei fatti, avvenuti lo scorso luglio, la sua assistita fosse in grado di intendere e di volere. "È stato come affidare una bambina a un'altra bambina".
La lotta con la sorella Viviana: "È colpa vostra"
Nel frattempo, occupa gran parte del dibattito pubblico sul caso la faida tra Alessia Pifferi e il resto della famiglia, composto dalla madre e dalla sorella. "Vergognatevi, è colpa vostra", aveva fatto sapere l'imputata alla sorella Viviana, che la accusava di aver volontariamente abbandonato e causato la morte di Diana, in una lettera da San Vittore. "Ti ho sentito descrivermi come un mostro, ma cos’è un mostro? Me lo sapresti dire per favore? Uno che ha cercato di crescere da sola una bambina al meglio e amarla in tutti i modi? Una donna che forse avrebbe avuto bisogno di un po' di aiuto?". Per concludere. "Sono una donna e una mamma a pezzi, mi avete abbandonato tutti".