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“Alessia Pifferi non ha disturbi cognitivi”: lo psichiatra Pirfo conferma in tribunale la sua perizia

Nella giornata di oggi, lunedì 4 marzo, si è svolta una nuova udienza per il caso di Alessia Pifferi. È stato ascoltato lo psichiatra Elvezio Pirfo, che ha svolto la perizia psichiatrica superpartes dichiarando l’imputata capace di intendere e di volere al momento dei fatti.
A cura di Ilaria Quattrone
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Fonte: Fanpage.it
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Ha collaborato Simone Giancristofaro

Nella giornata di oggi, lunedì 4 marzo, si è svolta una nuova udienza per Alessia Pifferi che è accusata di omicidio volontario per la morte della figlia di 18 mesi Diana avvenuta a Milano nel luglio 2022. La donna infatti l'ha abbandonata a casa per una settimana facendola morire di stenti. La 38enne richiesta una condanna all'ergastolo. L'avvocata Alessia Pontenani ha chiesto però un rinvio affermando che tutta la documentazione allegata alla relazione finale sulla perizia psichiatrica superpartes è stata depositata alcuni giorni fa. La Corte ha deciso di proseguire, ma di consentire alla legale di poter contro interrogare il perito durante la prossima udienza.

Pirfo: Nessuna segnalazione di comportamenti critici di chi ha disturbi cognitivi

Lo psichiatra Elvezio Pirfo, l'esperto che ha svolto l'esame su Pifferi ritenendola capace di intendere e di volere al momento dei fatti contestati, è stato quindi interrogato dal pubblico ministero Francesco De Tommasi (titolare del fascicolo) e dall'avvocato di parte civile. Nelle sue quasi 130 pagine, aveva inoltre specificato che i test ai quali le psicologhe del carcere San Vittore – dove la 38enne è detenuta – non sono stati svolti correttamente. Un concetto che ha ribadito: "Non capisco perché è stato usato questo test (test Wais, ndr) in una situazione così" e ha affermato che non è da ritenere attendibile perché non è stato spiegato come sia stato somministrato.

Oggi ha aggiunto: "Le psicologhe hanno lavorato al supporto della detenuta", ma ha specificato che la presenza di entrambe ai momenti dei colloqui non era appropriata. Ha inoltre dichiarato che è difficile stabilire se sia stata suggestionata perché i colloqui non sono stati videoregistrati. È però certo che l'imputata abbia una capacità di apprendimento e abbia utilizzato un lessico tecnico. Durante la visita con il perito, i consulenti di parte e quello della Procura la donna ha risposto alle domande e, quando parlava dei suoi disturbi, usava termini appropriati dal punto di vista psicologico e psichiatrico.

"La Pifferi si descrive come una persona dall’indefinitezza identitaria, incompiutezza", ha detto. "Però è una persona resiliente che non smette mai di cercare nella dimensione maschile in senso più largo" e ha aggiunto che non ci sono deficit di memoria. Per Pirfo ciò che è emerso è che per la 38enne la maternità sia sempre stato un aspetto secondario. E, infatti, lungo il testo della perizia aveva specificato come anteponesse i suoi desideri di donna dai suoi obblighi di madre.

E ancora: "Dal diario clinico non emerge rischio suicidio, né segnalazione di comportamenti critici di chi ha disturbi cognitivi". "Emerge più che altro tristezza e cattivo umore in un caso di prima detenzione", ha poi aggiunto. "Non c’è un disturbo di personalità completo ma due elementi: la mancanza di empatia e la dipendenza".

Dopo che Pirfo ha riferito in aula, è intervenuto il pubblico ministero. Relativamente alla richiesta della difesa di rinviare l'udienza, ha affermato che sia "pretestuosa". Ha inoltre aggiunto: "è stato fatto tutto quello che bisognava fare, posso dimostrare che l’abuso sessuale riferito dalla Pifferi sia falso".

Oggi gli avvocati di Milano sono in sciopero

Le due dottoresse sono state indagate dal pubblico ministero Francesco De Tommasi per falso ideologico e favoreggiamento. Ha poi iscritto nel registro degli indagati anche la legale dell'imputata. E proprio per questo motivo sempre oggi gli avvocati del capoluogo meneghino sono in sciopero. La protesta era stata deliberata il 12 febbraio dalla Camera Penale.

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