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Alessia Pifferi, l’avvocata Pontenani si difende dalle accuse: “Non ho intenzione di tirarmi indietro”

L’avvocata Alessia Pontenani è stata accusata di falso ideologico insieme a due psicologhe del carcere San Vittore. La legale di Alessia Pifferi ha dichiarato: “Non ho problemi, mi tiro indietro solo se costretta”.
A cura di Enrico Spaccini
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Alessia Pifferi con l'avvocata Alessia Pontenani
Alessia Pifferi con l'avvocata Alessia Pontenani
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Non si tira indietro Alessia Pontenani, l'avvocata di Alessia Pifferi accusata di falso ideologico. Secondo il sostituto procuratore Francesco De Tommasi, la legale che difende la 38enne ora detenuta a San Vittore per l'omicidio della figlia di 18 mesi in concorso con le due psicologhe della casa circondariale avrebbe fornito all'imputata "una tesi alternativa difensiva". Per il magistrato, dunque, l'avrebbero "manipolata" e attestato "falsamente" che la donna "aveva un deficit grave'", con un test non "rientrante nelle loro competenze". Pontenani ha espresso la sua posizione in un'intervista rilasciata al programma di Rai1 La Vita in Diretta: "Questo è un tentativo mal fatto di eliminare il ruolo dell’avvocato", ha dichiarato, "non c'è norma che vieta di parlare con una psicologa di San Vittore che assiste la mia assistita".

Le accuse del sostituto procuratore

Durante l'udienza che si è tenuta lo scorso autunno, il magistrato De Tommasi aveva dichiarato: "Non ci sto a essere preso in giro", contestando la friabilità dei testi psicologici e delle pregresse relazioni firmate dalle psicologhe Letizia Marazzi e Paola Guerzoni sul basso quoziente intellettivo di Pifferi. Basandosi su quei risultati, si sosteneva che la 38enne non avrebbe potuto accorgersi della sofferenza altrui e l'avvocata Pontenani prospettava nella sua assistita un "deficit di sviluppo intellettivo".

Secondo De Tommasi, le psicologhe avrebbero messo in atto una "attività di consulenza difensiva" che non rientrava nelle loro competenze con il solo obiettivo di ottenere una "agognata perizia psichiatrica".  L'Ordine degli Avvocati e la Camera Penale di Milano hanno sottolineato "la peculiarità che un pm abbia ritenuto di indagare anche il difensore che ha utilizzato un documento ufficiale del carcere per formulare le proprie richieste di prova".

Pontenani: "Non ho intenzione di tirarmi indietro"

"Sono molto tranquilla, non ho problemi", ha dichiarato Pontenani, "questa non è una cosa che riguarda me, io non ho nessun problema e non ho intenzione di tirarmi indietro salvo venga costretta ad abbandonare la difesa". L'avvocata ha anche incontrato la sua assistita in carcere: "Era molto preoccupata ed era molto felice di avermi visto".

Secondo la legale, ora c'è il rischio che la 38enne venga abbandonata di nuovo: "Non potrà più vedere le psicologhe, quindi rimango io e spero di non essere costretta ad abbandonare la difesa". Se il pm solleverà la questione dell'incompatibilità, spetterà alla Corte decidere se Pontenani dovrà abbandonare il caso.

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