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Alessia Pifferi ha un malore in carcere la mattina dopo la condanna: l’avvocata Pontenani va a San Vittore

Ha accusato un malore Alessia Pifferi, la 38enne condannata all’ergastolo per la morte della figlia di 18 mesi. Stando a quanto appreso da Fanpage.it, si sarebbe sentita male in carcere a San Vittore.
A cura di Enrico Spaccini
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(foto di repertorio)
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Si è sentita male in carcere Alessia Pifferi, la 38enne di Ponte Lambro (Milano) che ieri è stata condannata all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Milano. I giudici l'hanno ritenuta colpevole dell'omicidio volontario della figlia Diana di 18 mesi, abbandonata sola in casa per sei giorni a luglio del 2022. Stando a quanto appreso da Fanpage.it, Pifferi avrebbe accusato un malore nella prima mattinata di oggi, martedì 14 maggio, e la sua avvocata Alessia Pontenani si è diretta subito a San Vittore per controllare le sue condizioni di salute.

L'ergastolo per l'omicidio della figlia

La 38enne è detenuta a San Vittore ormai da quasi due anni e, ora che è stata condannata in primo grado, nei prossimi giorni sarà trasferita nell'istituto penitenziario di Bollate o di Opera. Al termine della sentenza del 13 maggio, però, Pifferi è dovuta tornare nella sua solita cella.

Per lei l'avvocata Pontenani aveva chiesto l'assoluzione o comunque una condanna per abbandono di minore. Il pm Francesco De Tommasi, invece, aveva richiesto l'ergastolo con la valutazione dell'aggravante della premeditazione, poi esclusa dalla sentenza.

Il malore in carcere il giorno dopo la condanna

Nella mattinata del 14 maggio, l'avvocata Pontenani avrebbe dovuto essere ospite di Caterina Collovati su TeleLombardia per commentare la sentenza di primo grado e per spiegare i motivi del ricorso in appello che ha già annunciato presenterà appena possibile.

Tuttavia, la legale intorno alle 7 ha dovuto annullare l'appuntamento con la trasmissione televisiva per andare a far visita alla sua assistita nel carcere di San Vittore. Per il momento si parla genericamente di malore, ma non sono ancora note le cause né l'entità del malessere.

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