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Alessia Pifferi ha iniziato lo sciopero della fame in carcere: “Non ho più voglia di vivere”

Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per l’omicidio volontario pluriaggravato della figlia Diana, ha iniziato uno sciopero della fame in carcere a Milano.
A cura di Ilaria Quattrone
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(foto di repertorio)
(foto di repertorio)

Alessia Pifferi, la donna di 39 anni condannata all'ergastolo per l'omicidio volontario pluriaggravato della figlia Diana di 18 mesi, ha iniziato uno sciopero della fame in carcere a Milano: "Non ho più voglia di vivere", avrebbe detto come riportato dal quotidiano Il Corriere della Sera. La protesta sarebbe iniziata da almeno 24 ore.

Il 13 maggio è stata condannata all'ergastolo dalla Corte d'Assise di Milano: i giudici hanno escluso l'aggravante della premeditazione. Sono state inoltre previste provvisionali in denaro di cinquantamila euro e ventimila euro per la mamma e la sorella. Dopo la lettura del dispositivo e nella stessa serata, la donna ha avuto due malori. Qualche giorno dopo la sua avvocata Alessia Pontenani ha specificato che sarà richiesto un trasferimento nell'istituto penitenziario di Bollate.

Il 22 luglio 2022 Diana Pifferi è morta nell'appartamento in cui viveva con Alessia Pifferi. La madre l'ha abbandonata per una settimana: la piccola di 18 mesi è morta di stenti. Durante il processo parte della discussione si è incentrata sulla capacità di intendere e di volere della donna al momento dei fatti.

La difesa ha infatti sostenuto che la donna soffra di un deficit cognitivo. A sostegno di ciò ci sarebbero i test svolti dai consulenti selezionati dall'avvocata Alessia Pontenani e quelli somministrati dalle psicologhe del carcere San Vittore, le quali sono indagate in un'inchiesta parallela per falso e favoreggiamento.

La Corte d'Assise ha poi richiesto una perizia psichiatrica superpartes svolta dallo psichiatra forense Elvezio Pirfo che ha rivelato che la donna fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti. La legale Pontenani ha annunciato che ricorrerà in Appello. E, durante il processo in secondo grado di giudizio, potrà ridiscutere la perizia.

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