“Alessia Pifferi ha dato i tranquillanti alla figlia Diana”: la conferma dell’esame tossicologico
A Diana Pifferi sarebbero state somministrate benzodiazepine: a confermarlo sono gli esiti preliminari dell'autopsia svolta sul corpo della bimba di 18 mesi. La piccola è morta di stenti dopo che sua madre l'ha lasciata sola in casa per sei giorni a luglio scorso. Le tracce trovate sono compatibili con quelle del flaconcino di En che era stato trovato in casa.
Era stata proprio la madre a dare l'allarme e chiedere aiuto per la piccola. La donna aveva raccontato a tutti di averla lasciata con una baby-sitter. In realtà l'aveva abbandonata nel suo appartamento con accanto un biberon. Alessia Pifferi voleva infatti raggiungere il suo compagno che vive in provincia di Bergamo.
Le tracce trovate nel sangue e nei capelli
Dopo il suo ritrovamento, la Procura ha disposto l'arresto della 37enne con l'accusa di omicidio volontario aggravato. In base alle prime informazioni circolate, sembrerebbe che i consulenti nominati dalla Procura abbiano trovato tracce del principio attivo del tranquillante nei suoi capelli e nel sangue.
Quanto scoperto dagli esperti, contrasta con la versione fornita fino a questo momento dalla madre che ha sempre negato di aver fatto assumere tranquillanti alla figlia.
Esami anche sul materiale trovato nello stomaco
La relazione finale dell'autopsia sarà depositata nei prossimi giorni. Quanto scoperto adesso potrebbe aggravare la posizione della donna. Oltre a questi analisi, si aggiungono quelle effettuate sul materiale trovato nello stomaco della bimba, di cui ancora non si hanno gli esiti. Nei mesi scorsi si era parlato di residui di materiale compatibile con quello di un cuscino.