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“Alessia Pifferi accusa il compagno della morte della figlia Diana”, la rivelazione dal carcere

“Dava molto a lui la colpa. E anche in questo ho visto il suo distaccamento con la realtà”: a dirlo è Sara, la ragazza che si trovava in carcere in isolamento con Alessia Pifferi.
A cura di Ilaria Quattrone
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Alessia Pifferi, arrestata per l'omicidio della figlia Diana
Alessia Pifferi, arrestata per l'omicidio della figlia Diana
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"Spesso cadeva su questo discorso, puntualizzava molto il fatto che se non fosse stato per il suo compagno sua figlia avrebbe potuto essere ancora viva. Dava molto a lui la colpa": a dirlo, in un'intervista alla trasmissione "Iceberg Lombardia" che andrà in onda stasera su Telelombardia, è Sara che si trovava in cella con Alessia Pifferi nel carcere di San Vittore a Milano.

Quest'ultima è accusata della morte della figlia di Diana. La 37enne ha lasciato per sei giorni da sola in casa, la bimba di un anno è mezzo che è poi morta di stenti. La ragazza, che adesso si trova agli arresti domiciliari, ha raccontato di aver passato molto tempo con Pifferi: "Ero in una cella di isolamento, in compagnia di un'altra signora e davanti alla mia cella c'era un'altra donna da sola".

Alessia Pifferi non avrebbe mai realizzato la situazione

Sara afferma di non aver subito riconosciuto la 37enne: "Un giorno ci siamo messe a parlare tra di noi e le abbiamo chiesto: "ma tu perché sei qui? ". Lei un po' a stento ci ha detto: "sono la mamma di Diana, la bambina di 18 mesi che è morta". Quel momento diventa cruciale perché le due iniziano a confidarsi. Sara racconta di una donna sofferente e che voleva stare isolata. "All'inizio soprattutto non voleva assolutamente scendere a camminare anche questa cosa mi ha fatto capire il suo malessere".

La percezione è che Pifferi non abbia mai realizzato fino in fondo la situazione: "L'ho vista lucida a metà. Si vedeva che aveva un distacco netto con la realtà, però allo stesso tempo si vedeva e si sentiva nelle sue parole che c’era tanto dispiacere. Era proprio una cosa che te ne accorgi a pelle. Che stava tirando fuori una batosta forte".

Le accuse al compagno

Nel ripercorrere quanto accaduto in quei giorni, a detta della ragazza, Pifferi avrebbe dato al suo compagno la colpa di quanto accaduto: "Puntualizzava molto il fatto che se non fosse stato per il suo compagno sua figlia avrebbe potuto essere ancora viva. Dava molto a lui la colpa. E anche in questo ho visto il suo distaccamento con la realtà. Lei quando ha visto che quest'uomo spariva e poi tornava, per non "scombussolare" la bambina ha deciso di non portarla con lei".

Parole che hanno colpito molto Sara: "Mi ha colpito il fatto che non riuscisse a prendersi lei completamente la responsabilità, non puoi dire che è stato il tuo compagno. Una mente lucida non può credere questo, però lei ne è convinta. Non è che lo fa per discolparsi, ne è proprio convinta. Mi ricordo questa frase che lei mi disse: "la mia bambina aveva 18 mesi, però era molto indipendente. Riusciva a mangiare da sola". Come per dire, sì l'ho lasciata sola ma perché sapevo che poteva stare da sola".

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