Alessandro Maja, dalla mania dei soldi ai litigi in famiglia: “Pensava che spendessero troppo”
Sarebbe stato ossessionato dai soldi: è questo il quadro fornito al quotidiano "Il Corriere della Sera" da alcuni conoscenti della famiglia Maja che giovedì 4 maggio è stata attraversata da una tragedia: l'architetto Alessandro Maja avrebbe barbaramente ucciso la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia. Si sarebbe poi avventato sul figlio Nicolò che è ancora ricoverato in gravissime condizioni all'ospedale Di Circolo di Varese. Anche l'uomo, che avrebbe provato a suicidarsi, è stato ricoverato all'ospedale di Busto Arsizio: ieri è stato dimesso e trasferito nel carcere di Monza.
Gli scatti d'ira dell'uomo
Stando a quanto riporta Corsera, l'uomo avrebbe avuto spesso scatti d'ira per stupidaggini. L'architetto inoltre sarebbe stato ossessionato dai soldi ed era convinto che la famiglia spendesse troppo. In base a quanto raccontato da alcuni conoscenti, i litigi in casa erano dovuti proprio a questa sua convinzione: all'idea che la moglie e i figli evitassero di sperperare denaro facendo spesso riferimento al fatto che, con la pandemia, la sua azienda avesse subito delle importanti conseguenze economiche. Conseguenze che, stando all'ultimo bilancio depositato, non sembravano esistere.
Oggi si svolgerà l'interrogatorio
Intanto nella giornata di oggi, venerdì 6 maggio, si svolgerà l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari. Durante quello con il sostituto procuratore, Maja non ha risposto ad alcuna domanda. Eppure, stando a quanto raccontato da alcuni vicini anche a Fanpage.it, dopo aver commesso l'efferato gesto, l'architetto sarebbe uscito dalla sua villetta gridando di "esserci riuscito" e di essere "un mostro".