Alessandro Maja, ancora ricoverato in Psichiatria: cosa sappiamo finora della strage famigliare
Alessandro Maja, l'uomo che è ritenuto responsabile del duplice omicidio di moglie e figlia e del tentato omicidio del figlio, è in Psichiatria all'ospedale San Gerardo di Monza. L'architetto è stato trasferito ieri, venerdì 6 maggio, dopo che – dimesso dall'ospedale di Busto Arsizio per un tentativo di suicidio – era stato portato in carcere sempre a Monza. Ancora in condizioni critiche il figlio Nicolò di 23 anni: il ragazzo è l'unico sopravvissuto ed è ricoverato in Rianimazione: in base a quanto apprende Fanpage.it, è sedato e rimane stabile nella sua gravità. Oggi poi si svolgerà l'autopsia sul corpo di Stefania Pivetta e della figlia Giulia: l'esame potrà sicuramente fornire un quadro più chiaro della vicenda.
I due non si stavano separando
In questo quadro orrido, sono ancora molti i nodi da sciogliere: il primo fra tutti è quello relativo a una presunta separazione. Nei giorni precedenti, si era fatta avanti l'ipotesi che Stefania Pivetta – moglie di Maja – si fosse rivolta a un avvocato per chiedere la separazione. Come rivelato a Fanpage.it dalla migliore amica di Stefania e ancora dai genitori della donna alla trasmissione "La Vita in Diretta", la donna non avrebbe mai detto loro di essere intenzionata a separarsi. Per loro, questa sarebbe un'ipotesi da escludere.
La presunta crisi economica
Altro nodo è quello relativo alla condizione economica: sempre alcuni conoscenti e amici, sostengono che l'architetto fosse ossessionato dai soldi. Affermano che i litigi fossero frequenti proprio perché Maja avrebbe ritenuto che la sua famiglia "spendesse troppo". Spese che sarebbero avvenute in un periodo in cui il suo studio soffriva la crisi economica scatenata dalla pandemia da Covid-19. Sembrerebbe però, almeno al momento, che – in base all'ultimo bilancio – non ci fosse alcuna apparente crisi.
Il delitto potrebbe essere premeditato
Infine, un altro elemento da studiare, è quello relativo alla premeditazione: il giorno prima dell'omicidio, l'uomo avrebbe chiesto scusa alla figlia 16enne. Tanto che lei, stupita da questa cosa, avrebbe raccontato tutto al nonno materno. Le armi poi utilizzate per il delitto, sarebbero state predisposte sul tavolo prima di essere usate. Resta anche da capire se l'uomo fosse sotto effetti di stupefacenti prima di commettere un orrido crimine che ha distrutto la vita di tre persone.