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Omicidio di Giulia Tramontano

Omicidio Giulia Tramontano, “Impagnatiello capace di intendere e di volere”: l’esito della perizia

Alessandro Impagnatiello è capace di intendere e di volere. È l’esito della perizia psichiatrica deposta dalla Corte d’Assise di Milano nell’ambito del processo per l’omicidio di Giulia Tramontano, uccisa il 27 maggio 2023 a Senago dal compagno mentre era incinta al settimo mese.
A cura di Francesca Del Boca
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Alessandro Impagnatiello
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Alessandro Impagnatiello è capace di intendere e di volere. Questo è l'esito della perizia psichiatrica disposta dalla Corte d'Assise di Milano nell'ambito del processo per l'omicidio di Giulia Tramontano, uccisa il 27 maggio 2023 a Senago dal compagno mentre era incinta al settimo mese. 

La perizia era stata affidata dalla presidente della Corte d’assise Antonella Bertoja allo psichiatra forense Pietro Ciliberti e al medico legale Gabriele Rocca. "Non vi sono elementi per ritenere che al momento del fatto trovino applicazione i requisiti psichiatrici per ritenere un vizio di mente parziale o totale", recita uno dei passaggi fondamentali della perizia. Prima di essere arrestato, infatti, per anni Impagnatiello secondo i periti "ha mantenuto relazioni interpersonali e coltivato interessi personali con soddisfazione, non ha avuto difficoltà particolari nell'intraprendere rapporti sentimentali ed è stato in grado di portare avanti legami affettivi e di svolgere la funzione genitoriale, anche da separato".

Secondo un primo esame effettuato dai consulenti della difesa, Impagnatiello soffrirebbe un forte disturbo di personalità narcisistica e ossessiva, con evidenti tratti di "mascolinità patologica". "Si sentiva lo scacchista che tiene sotto controllo tutte le sue pedine", per lo psichiatra di parte Raniero Rossetti. "Poi il suo gioco è crollato, e dopo essere stato smascherato ha visto Giulia come una nemica".

L'ex barman, accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione, rischia ora l'ergastolo. Un anno e mezzo fa uccise la fidanzata Giulia Tramontano dopo che lei aveva scoperto la sua doppia vita, ovvero una relazione parallela con una collega di lavoro, e tentò in seguito di bruciarne il corpo. Nei mesi precedenti, secondo quanto emerso dalle attività di indagine, aveva inoltre tentato più volte di avvelenare la compagna e il feto che portava in grembo con dosi massicce di veleno per topi sciolte nelle bevande calde e nell'acqua minerale.

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