Alberto Veronesi passa dal Pd a Fratelli d’Italia: “Meloni incarna i valori di Bella Ciao”
Nel 2016 Alberto Veronesi, direttore d'orchestra e figlio del famoso oncologo Umberto, era candidato con Beppe Sala per il centrosinistra in quella che poi divenne la prima elezione di Sala a Sindaco di Milano. Ma non solo: più di recente, nel settembre del 2020, Veronesi (che deve avere una vera e propria passione per la politica) si è candidato al fianco di Eugenio Giani (che ha vinto) in Toscana, sempre per il Partito democratico.
All'epoca, appena due anni fa, scrisse addirittura a Matteo Salvini: "Davvero vuoi farci credere che la Lombardia di Attilio Fontana si un modello preferibile alla Toscana di Enrico Rossi (il governatore uscente del Pd, Ndr)?".
La candidatura con Meloni
Se non ci è riuscito Salvini a convincerlo, deve esserci riuscita Giorgia Meloni, visto che ora il direttore d'orchestra è candidato alle regionali in Lombardia del 12 e 13 febbraio nella lista di Fratelli d'Italia (che – è bene ricordarlo – appoggia quel Fontana che, a dire di Veronesi, non rappresentava un modello preferibile ad altri di amministrazione pubblica).
In un'intervista al Corriere della sera, giustifica la scelta dicendo "Non sono un politico di professione. Sono un direttore di orchestra e mi ritengo libero”. E, in virtù di questa libertà, se nel 2020 pensava che "Giani del Pd fosse la migliore risposta per la Toscana" e prima ancora "Sala per Milano", oggi è convinto che "Meloni è la migliore per guidare l’Italia” e "Fontana per la Lombardia”.
D'altronde Veronesi ha fatto anche un breve passaggio nel Terzo Polo, che lo ha addirittura candidato alla poltrona di sindaco a Lucca. Senza però riuscire a essere eletto. Ma Veronesi, che non è stato eletto neanche con Sala e con Giani, si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa: "Il Pd si è reso conto della mia esistenza solo quando ho detto che non la penso più come loro".
Giorgia Meloni e Bella Ciao
Veronesi non appare neanche preoccupato dall'imbarazzo di aver cantato Bella Ciao ed essere oggi candidato da Giorgia Meloni, perché – spiega sempre al Corriere – "non è una canzone di partito. Incarna un sentimento contro un invasore. Quindi sono gli stessi ideali di difesa della nazione e della patria, incarnati anche da FdI".
Anche se era la stessa Meloni ad aver ritenuto un "ridicolo teatrino da parte delle più alte istituzioni europee" quando, nel dicembre del 2009, i Commissari europei intonarono proprio le parole di "Bella Ciao".