“Alberto Genovese voleva comprare il mio silenzio”: una vittima denuncia il tentativo di corruzione
"Daniele Leali mi ha chiesto di addolcire la denuncia, non di ritirarla, dicendo alla polizia che alcune cose io le avevo volute e che ero consenziente a certe pratiche. Ho preferito che le mie due amiche fossero presenti, perché Alberto Genovese stava tentando di comprarmi. Non volevo essere da sola".
Daniele Leali è il braccio destro di Alberto Genovese, l'ex imprenditore del web condannato a 8 anni e 4 mesi per due casi di violenza sessuale. La testimone che riporta queste parole, invece, è Aurelia.
Una ragazza diciottenne che la sera del 10 ottobre 2020 arriva al party a Terrazza Sentimento, nell'appartamento del ricchissimo mago delle start up in cui si tengono feste leggendarie. Riuscirà a lasciare l'attico solo alle 16.30 del giorno dopo, raccolta in strada da una volante della questura in stato di shock, seminuda e con uno stivale solo.
Il fedelissimo di Alberto Genovese che tenta di depistare le indagini
La ragazza presenta denuncia, e il fedelissimo di Alberto Genovese si mette così all'azione. La cerca sui social, attraverso amicizie comuni, chiede in giro. Contatta le amiche, e finalmente riesce a fissare un incontro con lei. Le chiede di "addolcire la denuncia", di riferire alla polizia "di essere stata consenziente" a "certe pratiche" sessuali violente. Le offre ottomila euro, viaggi all'estero.
Una vera e propria missione, quella di proteggere l'imprenditore. "Era talmente dipendente dalle sorti dell'amico e aggrappato alla sua prodigalità che, dopo i fatti denunciati dalla diciottenne, si è dedicato anima e corpo a ricomporre bonariamente la questione intervenendo a gamba tesa sulla linearità delle indagini", scrivono infatti gli inquirenti. L'accusa, adesso, è di intralcio alla giustizia.
Chi è Daniele Leali, il braccio destro di Alberto Genovese
Perché Leali è più che un amico. È un vero e proprio braccio destro: organizza i party di Terrazza Sentimento e gestisce le risorse messe a disposizione da Genovese soprattutto per l'acquisto di grandi quantità di droga, che durante le serate distribuisce personalmente sui vassoi (occupandosi personalmente di rifornirli a getto continuo). "Una sorta di piccolo broker che soddisfaceva le esigenze del ricchissimo amico dalla Spagna a Mykonos, passando da Milano fino in Sicilia", secondo la polizia.
La testimonianza della vittima di Genovese
"Mi avevano legato con le manette sia le caviglie sia i polsi", raccontò poi la ragazza. "Avevo le braccia legate al corpo. Ero completamente nuda. A un certo punto ho perso i sensi. Mi sono risvegliata il giorno dopo. Ero nel letto sempre nuda, accanto a me c'era Alberto, anche lui nudo".
Testimonianza poi verificata dalle telecamere dell'abitazione. "Ricordo il dolore. E il sangue sulle lenzuola".