Alberto Genovese rischia 8 anni di carcere: “Mi vergogno di quello che ero”
Per la Procura Alberto Genovese droga le donne e poi su di loro sfogava le sue perversioni. Secondo il sostituto procuratore Rosario Stagnaro così l'ex imprenditore del web concepiva la sua vita sessuale. "Aveva piena volontà nel violentare le sue vittime". Con queste motivazioni – riportata dal Corriere della Sera – l'accusa ha chiesto 8 anni di reclusione e 80mila euro di multa per l'abuso nei confronti della ragazzina di 18 anni che aveva partecipato a una festa organizzata alla Terrazza Sentimento, l'attico milanese di Genovese, e nei confronti di un'altra ragazza violentata mentre si trovava in una villa di lusso in Spagna. Per il secondo reato è coinvolta anche l'ex fidanzata Sarah Borruso per cui la Procura aveva chiesto 2 anni e 8 mesi.
Cosa sostiene la difesa
Per la difesa a contribuire al comportamento di Genovese c'era l'uso massiccio di droghe combinato a un disturbo mentale Asperger: un connubio che avrebbe non reso più lucido l'ex imprenditore, scemando la sua capacità di intendere e di volere. Non è della stessa opinione l'accusa: per i pm l'imputato seguiva un preciso rituale, ovvero drogare dopo essersi drogato.
Le indagini scattate lo scorso ottobre
A far scattare le indagini era stata la modella 18enne: era il 20 ottobre quando la giovane scappò seminuda per strada dopo essere stata in uno dei festini della Terrazza Sentimento. Allora riuscì a fermare la polizia e a raccontare tutto. Così per Genovese scattò l‘arresto. A confermare tutte le parole della 18enne: davanti al giudice Genovese aveva detto di essersi reso conto che la ragazza non fosse d'accordo con il rapporto sessuale una volta aver visionato i filmati: "Mi vergogno di quello che ero", ha detto in aula in Tribunale.
Risarcimento di 2 milioni di euro chiesto per la vittima
Ora l'avvocato della vittima è pronto a depositare una memoria in cui chiede un risarcimento di danni pari a 2 milioni di euro: il legale ha spiegato che la ragazzina ha riportato danni fisici e psichici che le rendono impossibile fare ancora il lavoro della modella. Durante il processo il legale aveva depositato una perizia medico-legale che dimostra come la sua assistita sia rimasta invalida al 40 per cento a seguito delle violenze. E per questo ora non potrà più fare la modella.