Alberto Genovese resta in carcere, il giudice: “Nessun rischio per la sua salute”
Alberto Genovese, l'imprenditore che lo scorso novembre è stato arrestato con l'accusa di aver drogato e violentato due ragazze di 18 e 23 anni in due feste a Milano e Ibiza, resta in carcere. A stabilirlo è il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, Tommaso Perna, sulla base della perizia elaborata dal direttore del Dipartimento salute mentale dell'Asl di Torino, Enrico Zanalda. Le sue condizioni di salute mentale non sono infatti incompatibili con la misura cautelare.
La perizia: Nessuna incompatibilità con il carcere
Alcuni mesi fa i legali dell'ex re delle start up, Luigi Isolabella e Davide Ferrari, avevano presentato istanza chiedendo che il loro assistito fosse scarcerato. Già a fine febbraio, il gip aveva respinto un'altra richiesta di domiciliari in una clinica. Gli avvocati avevano quindi fatto notare che Genovese, pur essendo sottoposto a una terapia farmacologica, non aveva mai avuto una diagnosi. Adesso questa è però arrivata: per il perito, pur essendoci delle problematiche legate alla tossicodipendenza, non ha evidenziato un'incompatibilità con il carcere.
Respinta anche la richiesta di giudizio immediato
L'imprenditore è entrato in carcere lo scorso novembre dopo che una ragazza di 18 anni ha denunciato di essere stata violentato durante una festa nella sua casa a Milano. Da allora diverse vittime si sono fatte aventi. A febbraio è stata notificata una seconda ordinanza: una modella di 23 anni ha denunciato di essere stata anche lei abusata durante una festa a Ibiza. Per questo caso è indagata anche l'ex fidanzata. Sul caso poi la Procura aveva presentato richiesta di giudizio immediato. Richiesta che il gip a inizio maggio ha respinto: il motivo sembrerebbe essere legato alla volontà di attendere la perizia sugli audio delle videocamere di sorveglianza installate a Terrazza Sentimento che saranno depositate a luglio.