Genovese, in un video la sua rabbia: i soldi giù dalla finestra e le scarpe scagliate contro la ragazza
È il pomeriggio dell'11 ottobre 2020, intorno alle 16. Sono passate quasi 18 ore da quando una delle ragazze che accusano Alberto Genovese di stupro, una modella al tempo diciottenne, ha varcato per la prima volta la soglia di casa dell'imprenditore. È arrivata lì per una festa, una delle tante serate che il padrone di casa organizza nel proprio attico in centro a Milano – ormai, per questo motivo, famoso negli ambienti altolocati della città come Terrazza Sentimento. Oggi un video, andato in onda durante la trasmissione Quarto Grado su Rete Quattro, mostra cosa è accaduto in quei momenti.
La camera da letto
Le telecamere nascoste riprendono la camera da letto. Sembra sia passato un uragano: vestiti sparpagliati per terra, lenzuola appallottolate in giro per la stanza. Le corde usate per legare la ragazza durante la lunghissima sessione di sesso estremo, a fianco del materasso macchiato e sporco. Accanto ai cuscini, due piattini per la droga: nero per lui, imbiancato di cocaina, e rosa per lei, qualche dose di chetamina per essere più disinvolta.
Alberto Genovese fuori di sé
La ragazza è immobile, avvolta nella coperta come in un sudario. E mentre lei rimane sdraiata, Alberto Genovese le vortica intorno. È visibilmente alterato. Agguanta la borsetta della diciottenne, prende dei soldi e li getta dalla finestra con un gesto di stizza. Allo stesso modo si comporta con gli stivali della donna con cui ha passato le ultime 18 ore: uno lo scaglia giù con rabbia, l'altro lo butta addosso alla ragazza inerme.
Lei resta ancora ferma, non muove un dito. E quando lo fa è rallentata nei movimenti, barcolla mentre tenta di alzarsi e si dirige carponi verso la finestra. Effetto della droga che l'imprenditore le ha fatto assumere, per stordirla e abusare di lei per un giorno intero, e delle ripetute violenze? E perché Alberto Genovese è fuori di sé, agitato, lancia oggetti e grida?
Una trattativa economica?
La difesa sostiene che si tratti di farneticazioni dettate dalle sostanze. E che la lite tra i due fosse in realtà una semplice trattativa economica: Genovese, convinto che la ragazza fosse una prostituta, stava protestando sul compenso pattuito per la prestazione sessuale. "Lei voleva sempre di più", avrebbe dichiarato. Trattativa sempre negata dalla ragazza, e non confermata dalla perizia fonica effettuata sugli audio della stanza.
Del resto lo stesso Alberto Genovese avrebbe detto, durante l'interrogatorio, di essersi reso conto che la diciottenne non fosse consenziente solo dopo aver visionato i video agli atti della Procura. Colpa degli enormi quantitativi di droga, a suo dire, che avrebbero obnubilato i suoi sensi e la sua capacità di discernere.