Alberto Genovese, dalle accuse di stupro alla richiesta di risarcimento: cosa si sa a un mese dal processo
Il 28 gennaio si svolgerà l'udienza preliminare per Alberto Genovese, l'imprenditore che il 7 novembre 2020 è stato arrestato con l'accusa di aver violentato, sequestrato e drogato una ragazza all'epoca 18enne. Lo stupro sarebbe avvenuto ad ottobre 2020 nel suo attico di Milano (a due passi dal Duomo), soprannominato Terrazza Sentimento, durante una festa. Dopo ore di abusi, la ragazza è riuscita a scappare e allertare le forze dell'ordine. Una violenza talmente brutale – il giudice per le indagini preliminari, Tommaso Perna, nell'ordinanza di custodia cautelare affermò come Genovese avesse dimostrato un assoluto disprezzo per il valore della vita umana – che l'avrebbe resa invalida al 40 per cento.
La richiesta di risarcimento
Non solo ferite fisiche, ma anche psicologiche che richiederanno lunghi periodi di cure mediche. E proprio per questo motivo l'avvocato che rappresenta la ragazza, adesso 19enne, ha chiesto un risarcimento di oltre un milione di euro. Al momento però, come fanno sapere entrambe le parti a Fanpage.it, non è stata formulata alcuna proposta: "Siamo fermi alla mia richiesta. Per il momento c'è stato qualche scambio di e-mail, ma nessun incontro formale", spiega l'avvocato Luigi Liguori. Anche uno dei legali di Alberto Genovese, Davide Ferrari, ha affermato a Fanpage.it che "non c'è ancora nulla di definito. Ci sono dei contatti e stiamo parlando".
Genovese accusato di aver violentato un'altra ragazza
Dopo l'arresto a novembre, si sono susseguite le testimonianze di diverse ragazze che hanno raccontato di essere state vittime di abusi. Solo per un'altra donna, una modella 24enne, è scattata la seconda ordinanza di custodia cautelare. La violenza si sarebbe consumata durante a una festa a Ibiza in quella che è stata battezzata "Villa Lolita". E per questo caso, è indagata anche l'ex fidanzata dell'imprenditore.
Il trasferimento in una comunità per disintossicarsi
Fin da subito l'ex mago delle start up avrebbe imputato tutto alla droga: ha ammesso di esserne dipendente, di farne un consumo giornaliero e di aver bisogno di cure. Attualmente si trova in una comunità in provincia di Varese dove, oltre a seguire una terapia di disintossicazione, è gli arresti domiciliari: "Questa scelta è stata fatta proprio perché potesse stare lontano da Milano – avevano detto a Fanpage.it i suoi difensori – in un luogo totalmente estraneo a lui e al suo mondo". Il trasferimento è stato approvato dal giudice per le indagini preliminari Tommaso Perna dopo che erano state respinte per due volte le richieste di scarcerazione dei legali dell'imputato. Oltre alle accuse di stupro, Genovese dovrà rispondere dell'accusa di evasione fiscale. A tal proposito, la Corte di Cassazione ha confermato un sequestro di 4,3 milioni di euro.