Alberto Genovese chiede l’affidamento terapeutico: potrebbe lasciare il carcere
Nella giornata di oggi, martedì 24 ottobre, è stata discussa davanti al Tribunale di Sorveglianza del capoluogo meneghino, la richiesta di affidamento terapeutico che negli scorsi mesi era stata presentata dagli avvocati difensori di Alberto Genovese.
L'ex imprenditore condannato a sei anni, undici mesi e dieci giorni per due violenze sessuali nei confronti di due ragazze che all'epoca dei fatti avevano 18 e 23 anni.
Alberto Genovese era tornato in carcere a febbraio
Il 13 febbraio scorso Genovese, infatti, era tornato in carcere dopo un periodo trascorso agli arresti domiciliari in una clinica, che era stata scelta per consentirgli di disintossicarsi dall'uso di droghe. A fine maggio, proprio i giudici del tribunale di Sorveglianza avevano deciso che doveva rimanere in carcere a Bollate per almeno cinque mesi.
Per i magistrati, infatti, prima di poter decidere era necessaria una valutazione psichiatrica: questa serviva, soprattutto, a capire la causa specifica dei reati e le modalità con le quali sono stati commessi. La perizia quindi è stata affidata a un equipe psichiatrica del carcere di Bollate.
La relazione psichiatrica su Alberto Genovese
I medici, infatti, hanno dovuto delineare – sulla base delle loro valutazioni – il percorso preciso di terapie che Genovese potrebbe svolgere nel caso in cui dovesse essere concesso l'affidamento terapeutico. Sulla base di quanto riportato dall'agenzia Ansa, la relazione sarebbe favorevole a un percorso simile.
Nei prossimi giorni quindi i giudici decideranno se scarcerare o meno l'uomo. Nel frattempo, però, nelle prossime settimane ci sarà un'altra udienza proprio su un altro filone di indagine relativo a ulteriori violenze sessuali.