Alberto Genovese, accusato di violenze sessuali, si è sposato agli arresti domiciliari con una ex fidanzata
Una buona notizia per Alberto Genovese: la Procura generale di Milano ha dato parere favorevole a che l’ex imprenditore sconti in una struttura per tossicodipendenti i 4 anni che gli restano della condanna a 8 anni, 4 mesi e 10 giorni per violenza sessuale e lesioni ai danni di due giovani ospiti (rispettivamente 18 e 23 anni) durante le feste a base di cocaina che si svolgevano nel suo superattico del centro di Milano, soprannominato nel giro "Terrazza sentimento".
E non è l'unica. Nel percorso di recupero del mago delle start up caduto in disgrazia, a sentire i suoi legali, ci sarebbe infatti anche il matrimonio con una vecchia fiamma, celebrato proprio nel periodo dei domiciliari.
Il matrimonio durante i domiciliari
I due sarebbero convolati a nozze addirittura sei mesi fa, dopo un lungo periodo di convivenza. Lei, la neo moglie, è una storica conoscenza di Alberto Genovese nonché ex fidanzata del passato: è proprio dopo di lei che l'imprenditore milionario avrebbe conosciuto Sarah Borruso, compagna al tempo dei festini tra Terrazza Sentimento e la casa vacanze di Ibiza Villa Lolita – e soprattutto condannata a 2 anni e 5 mesi per aver partecipato alla violenza di Ibiza.
Galeotto, tra Genovese e la vecchia fiamma, è il processo: in quest'occasione l'imputato e la donna, studi e lavoro importante nel mondo dell'economia milanese, si avvicinano di nuovo. Fino al sì definitivo.
Quanto deve scontare ancora Alberto Genovese
Condannato il 19 settembre in abbreviato, con sconto di un terzo della pena, Alberto Genovese non ha fatto appello per beneficiare del taglio di altri due anni previsto dalla riforma Cartabia. È rientrato in carcere a febbraio, ma ora può chiedere l’affidamento a una comunità perché la pena residua è scesa sotto i 4 anni con pre sofferto e buona condotta. Rischia ancora un processo dopo la chiusura delle indagini su altre due violenze, sulla droga che circolava all'interno delle proprietà e per il materiale pedopornografico di cui era in possesso.