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Alberto, autista Atm: “Dopo 15 anni sui bus guadagno meno di 1500 euro”

Alberto ha 41 anni e da quando ha 18 anni lavora come conducente di autobus. Da alcuni anni è dipendente di Atm a Milano. Nonostante la sua lunga esperienza, a causa del contratto collettivo nazionale, ha una paga che arriva nemmeno a 1.500 euro.
A cura di Ilaria Quattrone
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Alberto Magni ha 41 anni e ha due figli. Lavora come autista di Atm da ormai diversi anni. In un'intervista al quotidiano Il Corriere della Sera ha raccontato di amare il suo lavoro e di non volerlo cambiare: "Sono anche contento di lavorare in un'azienda che non ti lascia mai solo", ma ha spiegato anche di capire "i motivi che tengono tanti giovani lontani dalla guida di un autobus".

Magni lavora come conducente di autobus da quando ha 18 anni. Per lui lavorare per l'Azienda trasporti milanesi è un traguardo: "Anche in questa fase di crisi del trasporto pubblico, questa resta una bella azienda". C'è però un ma. Nonostante la gioia di svolgere il lavoro dei propri sogni, le buste paga nel settore del trasporto pubblico sono veramente molto basse: "Le dico solo che io nel 2008 prendevo 1.349 euro al mese e oggi ne prendo 1.484. Un aumento di 137 euro in 15 anni non mi sembra un granché. Perché gli scatti di anzianità aziendale arrivano ogni otto anni e io, ahimé, non ho fatto in tempo a riceverli perché ho cambiato".

Il 41enne spiega che una paga così bassa non dipende da Atm: "Adotta il contratto nazionale, quindi la questione nasce lì. Dopodiché non ho le bende sugli occhi e mi rendo perfettamente conto che per questo scenario possa essere spaventoso o quantomeno poco incoraggiante per chi si affaccia sul nostro mondo".

Al di là del reddito, ci sono altri punti che allontanano i giovani: i turni e l'impegno complessivo nella giornata in primis. Il conducente spiega che si può rimanere impegnati per 12-14 ore di fila: "Anche perché non è che si inizia e si finisce sempre in rimessa, anzi può darsi che il cambio avvenga lungo la linea, quindi prima o dopo c'è il trasferimento al punto in cui hai lasciato la tua auto o comunque per tornare a casa". Ovviamente, per chi abita fuori Milano, diventa molto complesso soprattutto se si aggiunge che anche i conducenti Atm non hanno sconti sul parcheggio.

A pesare è anche l'aggressività di certi utenti che, come registrato negli ultimi periodo, minacciano molti conducenti. Anche i costi relativi alla formazione, pesano particolarmente: "Bisogna fare la patente D, la E, poi la carta di qualificazione del conducente e tutto l'iter può costare circa duemila euro. E allora torniamo al punto uno: se ci fossero quei 100-200 euro in più in busta paga, magari più gente sarebbe disposta a passare sopra a tanti aspetti che possono scoraggiare".

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