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Al via lo sgombero del palazzo di via Esterle, la protesta dei comitati: “Per i 40 abitanti nessuna soluzione”

La polizia ha iniziato questa mattina, 29 agosto, lo sgombero del palazzo al numero 15 di via Esterle a Milano. L’edificio in cui ora vivono 40 persone con lavori precari, è stato assegnato lo scorso anno alla Casa della Cultura Musulmana che lo convertirà in moschea.
A cura di Enrico Spaccini
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Lo sgombero della struttura in via Esterle 15 (foto da Facebook e Instagram - Abitare in via Padova)
Lo sgombero della struttura in via Esterle 15 (foto da Facebook e Instagram – Abitare in via Padova)

È iniziato all'alba di oggi, martedì 29 agosto, lo sgombero da parte delle forze dell'ordine dell'edificio al 15 di via Esterle a Milano, vicino a via Padova. Al suo interno, dal 2016, vivono circa 40 persone, per lo più migranti regolari con lavori non stabili.

Lo scorso anno, però, lo stabile è stato assegnato tramite un bando pubblico alla Casa della Cultura Musulmana che lo riconvertirà in moschea. Alcuni degli occupanti e i membri di diversi comitati si sono chiusi nel palazzo per protestare: "Non ci sono dubbi che il diritto di culto sia fondamentale", scrive la pagina Abitare in via Padova, "ma riteniamo che il diritto alla casa delle famiglie e dei lavoratori sia altrettanto importante".

"Non è stata proposta alcuna soluzione abitativa alternativa"

Il dispositivo di ordine pubblico è stato predisposto da Giuseppe Petronzi, questore di Milano. Nei mesi scorsi si sono tenuti diversi incontri tra i rappresentanti degli inquilini della struttura di via Esterle e Palazzo Marino. L'obiettivo era quello di trovare una soluzione per chi era costretto a lasciare il palazzo.

"Agli abitanti, lavoratori stranieri sottopagati con contratti di lavoro di breve durata, non è stata proposta alcuna soluzione abitativa alternativa", hanno dichiarato i membri di Ci siamo – rete solidale, "nonostante da oltre un anno le persone che abitano nello stabile avevano chiesto all'Amministrazione di intervenire per evitare che nessuno finisse in strada".

Alcuni occupanti sono saliti sul tetto

Come ribadito dal comitato Abitare in via Padova, per la maggior parte degli occupanti dello stabile "perdere la casa significa perdere il lavoro, il reddito, i documenti, la residenza e la possibilità di ricongiungersi con i propri famigliari". Infatti, le condizioni di lavoro di chi vive al numero 15 di via Esterle non gli consente di poter prendere in affitto una casa. Secondo i rappresentanti di Ci siamo, per loro questo sarebbe impossibile non solo nel mercato libero ma anche "in quello calmierato".

Per questo motivo, già a partire da ieri mattina, lunedì 28 agosto, sono stati organizzati presidi davanti alla struttura. Mentre le forze dell'ordine intervenute hanno chiuso la strada che si collega a via Padova, almeno 15 occupanti continuano a protestare, alcuni all'interno dell'edificio altri sul tetto.

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