Al via il processo per Massimo Adriatici, l’ex assessore accusato di aver sparato e ucciso un uomo a Voghera
Ha avuto inizio oggi venerdì 2 febbraio il processo nei confronti di Massimo Adriatici, l'ex assessore leghista alla Sicurezza di Voghera accusato di aver sparato e ucciso la notte tra il 20 e il 21 luglio 2021 in piazza Meardi Youns El Boussettaoui. Davanti al giudice Adriatici, difeso dal suo legale Gabriele Pipicelli, dovrà rispondere di eccesso colposo di legittima difesa. L'ex assessore verrà processato per giudizio immediato: la difesa aveva motivato questa scelta perché aveva la volontà di chiarire i fatti in un pubblico processo.
La Procura di Pavia un anno fa lo ha rinviato a giudizio avrebbe "ecceduto i limiti imposti dalla necessità, per la sproporzione della reazione difensiva nei confronti di una persona disarmata, dovuta all’errata valutazione del pericolo".
La dinamica finora dell'accaduto
Al centro del dibattito ci sarà sicuramente l'analisi delle immagini delle telecamere di video sorveglianza che hanno ripreso parte di quanto accaduto quella notte. Da una prima lettura dei filmati sembrerebbe che l'ex assessore avesse pedinato qualche minuto prima Youns prima della tragedia. Le immagini non riprendono l'omicidio ma, stando alla ricostruzione dei fatti resa finora, la vittima, che soffriva di problemi psichiatrici, avrebbe a un certo punto colpito con un pugno in faccia Adriatici. L'ex assessore quindi avrebbe preso la pistola, che aveva portato con sé, e avrebbe esploso un colpo colpendo e uccidendo Youns El Boussettaoui. Ad assistere all'accaduto ci sono stati alcuni testimoni, che potrebbero essere anche le persone chiave durante la fase dibattimentale.
Cosa svela uno dei testimoni
Uno dei testimoni agli inquirenti aveva detto: "Youns si è avvicinava a un uomo italiano che stava telefonando. Vedevo che discutevano pochi secondi e d’un tratto ho notato che Youns dava uno schiaffo o un pugno in faccia all’uomo che era al telefono", come si vede dal video delle telecamere di sorveglianza. Il racconto del testimone prosegue poi con la ricostruzione della sparatoria con l'assessore Adriatici che avrebbe estratto la pistola "dal fianco" sparando a Youns a sangue freddo "e non per sbaglio". "Gliel'ha puntata – ha aggiunto – e subito ha sparato il colpo che lo ha ucciso". Tutto ora verrà accertato e deciso in fase di processo.
Come è andata la prima udienza
In aula oggi l'avvocato difensore ha chiesto che Adriatici possa accedere alla "giustizia riparativa". Perché "da parte del nostro assistito – spiega il legale Pipicelli – c'è la volontà di ricomporre il rapporto con i familiari di Youns". A questa richiesta si sono opposti i legali delle parti civili oggi presenti in aula, ovvero i genitori e i fratelli e le sorelle di Youns. La difesa punta anche a trovare un accordo economico. Intanto la prossima udienza è fissata per il prossimo 3 aprile: da quella data inizieranno a essere ascoltati i 100 testimoni presentati da accusa e difesa. Mentre la sentenza è attesa per novembre.