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Ai domiciliari, chiede di tornare in carcere: “Non sopporto più mia moglie”

L’uomo, un 41enne condannato per per rapina e lesioni personali, dopo cinque mesi di domiciliari è ai ferri corti con la consorte. Durante l’ultimo dei frequenti litigi, ha chiesto alle forze dell’ordine di tornare in carcere.
A cura di Francesca Del Boca
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Si trova recluso ai domiciliari per rapina, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. Ma la pena non è solo quella imposta dal giudice in tribunale. "Basta, per favore, fatemi tornare in carcere. Non sopporto più mia moglie".

La convivenza ormai insostenibile

Così un 41enne residente a Seregno ha implorato le forze dell'ordine di poter tornare in carcere, dopo cinque mesi di convivenza coatta con la consorte ormai insostenibili.

I militari, in quel caso, erano intervenuti per sedare l'ennesima rissa tra i due: quella volta, l'uomo aveva addirittura minacciato di tagliarsi le vene con un coltello da cucina. Un clima ormai pesante, troppo.

Urla e violenza

Sì perché urla, insulti e violenza erano ormai quotidianità tra i due coniugi, che vivono con una bambina di sei anni e con un'altra ragazza maggiorenne (figlia di una precedente unione della donna). Una nube tossica di cattivo umore e recriminazioni piene di astio. Senza contare che spesso l'uomo era fuori di sé per colpa dell'alcol, e arrivava a mettere le mani addosso alla moglie o a lanciarle addosso oggetti.

Il ritorno dietro le sbarre

Una situazione a rischio, davanti alla quale i giudici del tribunale di Sorveglianza hanno alzato le mani. E immediatamente accontentato l'uomo: da ieri, infatti, è tornato dietro le sbarre. Con suo grande sollievo. E certamente anche della moglie.

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