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Elezioni regionali Lombardia 2023

Agnoletto si candida per il centrosinistra: “Senza le primarie non si vincono le regionali in Lombardia”

Vittorio Agnoletto si è detto disponibile a candidarsi alle primarie di coalizione per il centrosinistra. Intervistato da Fanpage.it, l’esponente di Medicina Democratica richiama all’unità contro Attilio Fontana e Letizia Moratti.
A cura di Enrico Spaccini
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"Cosa devo pensare? Io sono preoccupatissimo, rischiamo altri cinque anni di dominio di destra in Lombardia". Vittorio Agnoletto, oltre che medico, docente di Globalizzazione e politiche della salute all'università di Milano ed ex europarlamentare, si è detto disponibile a una sua candidatura alle primarie del centrosinistra nel nome di Medicina Democratica di cui è attivista.

Certo, se le primarie si faranno. Perché come ha affermato a Fanpage.it, "in questi giorni stiamo vedendo come sta prevalendo la volontà di vedere assicurati i propri posticini da consiglieri, nemmeno per il proprio partito ma solo per la propria fazione interna. L'unica possibilità di vincere è restare uniti e aperti".

Lei pensa che il Pd non debba correre da solo?

Io credo che dopo 27 anni di dominio della destra, ora la Lombardia è tornata contendibile. È un'occasione che non possiamo perdere. Che si tratti di Attilio Fontana o Letizia Moratti poco cambia, sono due facce della stessa medaglia.

E allora dobbiamo capire, come coalizione, se ci interessa davvero vincere oppure no. Se sì, allora l'unica possibilità è restare uniti.

Per il prossimo sabato, 19 novembre, i dem hanno detto che proclameranno il loro candidato. L'ipotesi primarie si fa sempre più lontana.

Ribadisco: le primarie sono l'unico strumento possibile. Se si faranno, Agnoletto è disponibile a partecipare. Altrimenti, continuerà a mancare ancora quel legame con la gente, con i cittadini, che da anni si sta sfilacciando sempre di più.

Secondo lei è possibile battere il centrodestra?

Si può solamente se riusciamo a convincere gli elettori, soprattutto chi non ha votato nemmeno alle ultime elezioni politiche, che si può cambiare. Abbiamo visto com'è andata a finire guardando ognuno ai propri interessi. Adesso, invece, dobbiamo puntare su tre cose essenziali: unità, apertura e partecipazione.

Cosa intende di preciso?

Si deve andare oltre alle singole correnti interne ai partiti, quelle che puntano ad avere il proprio posticino assicurato da consigliere e basta. Bisogna restare uniti con un unico obiettivo: battere la destra. E per farlo serve l'aiuto di tutte le forze che si oppongono a Fontana e Moratti.

Mi riferisco al Movimento 5 Stelle, a Verdi e Sinistra italiana, +Europa, a tutte le correnti di sinistra esterne al Pd e le liste civiche. Ricordandosi sempre che le primarie sono l'unico modo per garantire la partecipazione degli elettori.

Qual è la sua preoccupazione più grande?

Stiamo uscendo dal periodo pandemico e stiamo assistendo a un continuo smantellamento del servizio sanitario pubblico. Io sono un medico e vedo sempre più spesso altri dottori chiamati a gettone.

Cioè intervengono su un caso clinico senza avere la minima idea di chi sia il paziente che si trovano davanti. Per non parlare delle liste d'attesa infinite. Se si continua così, non esisterà più il servizio sanitario pubblico, ma ci saranno solo medici privati.

E cosa avete intenzione di fare a riguardo?

Noi come Medicina Democratica abbiamo mandato un appello a tutte le forze d'opposizione. Lo scorso 4 novembre abbiamo presentato i nostri 23 punti per una nuova politica sanitaria in Lombardia. Erano presenti tutti i partiti della coalizione e tutti hanno votato a favore.

Hanno dimostrato unità su questo campo. E allora mi chiedo, perché non si può fare altrettanto nella scelta del candidato?

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