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Aggrediscono un ragazzo disabile per rubargli lo smartphone: “Non parla, gli serve per comunicare con gli altri”

Un 33enne affetto dal morbo di Wilson, non potendo parlare, ha preso il telefono in mano per scrivere a un mendicante che non aveva spicci da dargli. Poco dopo è stato picchiato per rubargli lo smartphone con cui comunicava con il resto del mondo.
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Lunedì 23 ottobre un ragazzo viene fermato nella stazione della metropolitana di piazzale Abbiategrasso da un suo coetaneo, che gli chiede se ha qualche moneta. Potrebbe non fermarsi a rispondere e proseguire il suo cammino, come fanno la maggior parte delle persone. A maggior ragione che lui non può palare a causa di una malattia rara. E invece estrae dalla tasca il suo smartphone e scrive la risposta, com'è da sempre abituato a fare. Ed è a quel punto che il finto mendicante prima prova a strapparglielo di mano, poi avvisa i suoi complici affinché lo aggrediscano per rubargli quell'oggetto per lui molto più prezioso che per chiunque altro.

Derubato del telefono con cui comunica con gli altri

Mihai, 33 anni, è di origini romene e vive a Milano con la famiglia ormai da anni. Più di 10 anni fa gli è stato diagnosticato il morbo di Wilson: una malattia rara che, fra le altre cose, porta al mutismo e alla necessità di nutrirsi tramite un sondino collegato allo stomaco. Il ragazzo appare quindi di costituzione gracile, un elemento che deve aver favorito i suoi aggressori.

Ma Mihai, per quello che raccontano i familiari, è pieno di interessi: va in bicicletta, allo stadio e al cinema con gli amici, con cui parla proprio scrivendo sul suo smartphone. Di recente, poi, ha sviluppato una passione per fare foto e video e per questo la sua famiglia gli aveva regalato un telefono bello, di quelli costosi. Quello è il suo principale modo per comunicare con gli altri.

Ma questo è importato poco al ragazzo, suo coetaneo, che lunedì scorso, verso mezzanotte, lo ha agganciato alla fermata del capolinea della metro verde. Quando lui ha estratto il cellulare per scrivere a quell'uomo che gli chiedeva soldi "non ho spicci, mi dispiace", non ci ha pensato su e ha provato a strapparglielo di mano.

Mihai și è difeso e le ha tentate tutte per proteggere quell'oggetto per lui così importante e che la sua famiglia gli ha acquistato facendo tanti sacrifici. Così è riuscito a riappropriarsi del suo smartphone ed ha tentato di correre verso casa.

Picchiato un ragazzo disabile a Milano

Ignaro del pericolo a cui sta andando incontro, Mihai sale quindi le scale della metropolitana e si avvia verso casa, ma si accorge di due tizi che lo pedinano. "Inizio a correre – racconta nella denuncia, riportata dal Corriere della sera – verso la mia abitazione ma dopo alcuni minuti mi raggiungono in via Agilulfo, in zona Stadera, non parlano, solo mi colpiscono con calci e pugni su viso e corpo, infine mi rubano il telefono".

Probabilmente, secondo le forze dell'ordine, si tratta di due complici del primo uomo che sono stati avvisati dell'importanza del bottino e quindi "di andarci giù pesante" pur di impossessarsene. Alcuni residenti si accorgono dell'aggressione, vedono Mihai insanguinato che tenta di trascinarsi fino a casa e chiamano un'ambulanza.

Il ragazzo viene ricoverato all'ospedale San Paolo, dove registrano: "traumi al volto e agli arti superiori, con numerose ecchimosi ed escoriazioni". Ma restano anche ferite ben più profonde a un ragazzo disabile derubato dell'oggetto che gli serve per comunicare con il resto del mondo.

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