Aggredisce più volte i carabinieri ma il giudice lo perdona: “Stia di più con i suoi figli”
Non era neanche la prima volta che M.A. veniva imputato per aver aggredito i carabinieri, eppure anche questa volta il giudice ha deciso di perdonarlo. Ma con una ramanzina: "Invece di uscire, la sera stia di più con i suoi figli”.
L'aggressione ai carabinieri
Giovedì scorso M.A., 43enne di origini marocchine e carpentiere per un’impresa edile di Brescia, si trovava a Martinengo, fuori da un bar. Complice qualche bicchiere di troppo, ha infastidito altri clienti, che hanno chiamato i carabinieri.
All'arrivo degli agenti, l'uomo si è rifiutato di dargli i documenti, asserendo che lo conoscessero già bene i loro colleghi di Romano, dove attualmente vive. E quando i militari hanno tentato di infilarlo nell'auto di servizio, ha iniziato a prenderli a calci. Poi, all'interno della vettura, ha tentato di rompere i finestrini con i pugni.
Arrivati in caserma, dal casellario giudiziario è emerso che era già stato segnalato una volta lo scorso marzo e due volte a maggio per oltraggio a pubblico ufficiale.
La sentenza del giudice
Nel processo per direttissima il giudice Roberto Palermo ha deciso di convalidare l'arresto, senza la misura cautelare. L'imputato sarà quindi libero fino alla prossima udienza, fissata per il mese di novembre. Il giudice si è poi lasciato andare a una personale ramanzina.
"Però guardi che è l’ultima volta", ha detto il giudice, che ha poi aggiunto: "Non può sempre passarla liscia. Non è la prima volta che è a processo. Invece di uscire, la sera stia di più a casa con i suoi figli e vedrà che commetterà meno reati".