Adriano Galliani candidato a Monza: “Berlusconi più di un capo, sarà un onore prendere il suo posto in Senato”
A settembre dello scorso anno, Adriano Galliani decise di non continuare la sua carriera politica dopo un'esperienza in Senato. Ora che bisogna riassegnare il seggio di Berlusconi con le elezioni suppletive di Monza ha invece deciso di rimettersi in gioco. I motivi sono tanti: "essere il successore di Silvio in questo collegio era un onore che non potevo rifiutare". Ma anche perché ora "il Monza calcio è strutturato meglio" e "ritengo di poter conciliare le due cose". In un'intervista a Fanpage.it, il candidato della coalizione di Centro-destra spiega quale sarà il suo obiettivo in Parlamento.
Come mai ha deciso di candidarsi alle elezioni suppletive di Monza?
Per due ragioni. La prima è che si tratta del collegio che era di Silvio Berlusconi. Ho lavorato con lui per tanti anni, e sono stati i "migliori anni della mia vita", per citare la canzone che ho preso come colonna sonora dei miei eventi elettorali. Essere il suo successore in questo collegio era un onore che non potevo rifiutare, e del quale sono grato a tutte le forze politiche del centro-destra, e naturalmente alla famiglia Berlusconi, che ha espresso il suo consenso e il suo appoggio. L’altra ragione, per me fondamentale, è che si tratta di rappresentare la mia terra, la terra nella quale sono nato, nella quale ha radici la mia famiglia, nella quale ho dato vita ad un’azienda, nella quale da moltissimi anni seguo il Monza come dirigente sportivo e prima ancora come tifoso
L'anno scorso aveva preferito non ricandidarsi. Non le era piaciuta l’esperienza in Senato?
L’anno scorso il Monza era appena stato promosso in serie A. lo sono abituato a prendere seriamente ogni impegno e sapevo che soprattutto i primi mesi nella massima divisione avrebbero richiesto tutto il mio impegno e la mia attenzione. Sarei stato un cattivo dirigente e un cattivo senatore. Ora, dopo un anno, il Monza è strutturato meglio, ha fatto un’ottima esperienza in A ottenendo il miglior risultato fra le neo promosse nei cinque grandi campionati europei. Naturalmente continuerò ad occuparmene, con la passione di sempre, ma oggi ritengo di poter conciliare le due cose.
Ci racconta il suo rapporto con Silvio Berlusconi?
Significherebbe raccontarle la storia della mia vita. Le dico solo questo: Berlusconi aveva davvero – come amava ripetere – il sole in tasca. Da ogni incontro con lui uscivo entusiasta, ottimista, pieno di nuove idee e di nuovi progetti da sviluppare. È stato ben più di un capo, è stato una guida e al tempo stesso un amico affettuoso. E come solo i veri leader sanno fare non imponeva mal la sua opinione, spesso mi capitava di discutere con lui, di sostenere le tesi che ritenevo giuste, anche, a volte, diverse dalle sue. Alla fine, trovavamo sempre una soluzione condivisa.
Quale pensa sarà il destino di Forza Italia?
Un grande destino, perché Forza Italia rappresenta l’Italia del fare, della concretezza, dell’operosità. Il centro liberale, cristiano, garantista, europeista, atlantico. Una parte importante del paese che solo noi possiamo rappresentare. Siamo parte essenziale del centro- destra, che è nato da un’intuizione di Silvio Berlusconi, la nostra alleanza è solida, basata su una storia condivisa, su forti radici comuni. Ma ognuno all’interno del centro-destra ha un ruolo e quello di Forza Italia è insostituibile. È il centro del Partito Popolare Europeo, che orgogliosamente rappresentiamo in Italia, il centro alternativo alla sinistra.
Questa candidatura può essere anche l’inizio di un suo ruolo più attivo all’interno del partito?
Sarò a disposizione dei dirigenti di Forza Italia, naturalmente. Ma considero fare il Senatore un impegno importantissimo, al quale dedicare tutte le mie migliori energie.
A un anno della sua elezione, come giudica l’operato del Governo Meloni?
Lo giudico in modo molto positivo. Il governo è nato in un momento difficilissimo, ha sulle spalle un debito pubblico che si è gonfiato negli anni del Covid, nei quali il sistema economico ha sofferto e la crescita si è fermata. Far ripartire il Paese è un compito colossale, dall’impiego dei fondi del PNRR dipenderà il futuro nelle nuove generazioni. Dobbiamo affrontare emergenze internazionali come la crisi Ucraina e l’emergenza migratoria. Il governo sta lavorando con grande serietà, grazie all’impegno della Presidente Meloni e di tutte le forze politiche che lo sostengono. Anche per questo è importante il voto del 22 e 23 ottobre. Si tratta di dare più forza al centro-destra in Senato, dove i numeri non sono molto larghi, dopo la riduzione del numero dei parlamentari. Un eletto in più per noi significa anche un eletto in meno per l’opposizione. Dunque, questa elezione vale doppio, sono in gioco due seggi, non uno solo.
All’interno dell’attuale maggioranza sembrano esserci non poche contrapposizioni fra Lega e Fratelli d’Italia, le due principali forze politiche. A Forza Italia toccherà di fare da collante?
Non parlerei di contrapposizioni. Siamo partiti diversi, e quindi è normale che ogni forza politica voglia concorrere con le proprie idee, le proprie proposte, la propria cultura politica all’attività di governo. È anche logico che, avvicinandosi le elezioni europee, nelle quali ogni partito corre pei‘ contro proprio, ciascuno voglia porre in risalto gli aspetti qualificanti del suo programma. Ma tutti lavoriamo per il bene del paese, con un progetto comune. Abbiamo preso un impegno con gli elettori per cinque anni e lo rispetteremo. Forza Italia farà la sua parte con il massimo spirito costruttivo, per noi il centro-destra viene prima di tutto.
Qual è la prima proposta di legge che vorrebbe presentare?
Siccome mi piace parlare il linguaggio della chiarezza, le dirò che il Parlamento è pieno di proposte di legge "di bandiera" che non verranno mai approvate e neppure esaminate. Non perderò tempo con iniziative che servono solo a guadagnare un titolo sul giornale. Posso dirle che ovviamente la mia attività si concentrerà sulle cose che conosco, e nelle quali posso dare un contributo vero: lo sport, le imprese, e ovviamente la tutela dei legittimi interessi della Brianza. Per questo sarà fondamentale il rapporto con i sindaci. Con molti di loro, a partire da quello di Monza, al di là dello schieramento politico, ho ottimi rapporti e sono sicuro che lavoreremo bene insieme.
Cosa ne pensa del suo sfidante, Marco Cappato?
Non sta a me giudicare i miei competitori. Posso solo dire che sui temi etici ha una cultura molto diversa dalla mia, che si ispira ai valori cristiani e ai principi liberali, che poi sono quelli storicamente radicati nella nostra terra.
Pensa che il suo ruolo nel Monza calcio possa aiutarla nella competizione politica?
Non me lo sono mai chiesto, penso che il calcio debba rimanere ben distinto dalla politica. Il Monza appartiene prima di tutto ai suoi meravigliosi tifosi, che hanno naturalmente opinioni politiche fra di loro diverse. Io, ovviamente, ho le mie e spero che vengano condivise dalla maggioranza dei tifosi biancorossi.