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Adesca ragazze bisognose in coda alla mensa dei poveri e le violenta: condannato un uomo di 79 anni

Un uomo di 79 anni è stato condannato a quattro anni per aver cercato di violentare una ragazza di 19 anni. L’anziano l’aveva adescata in coda davanti a un’associazione per i poveri di Milano e le aveva promesso un lavoro come domestica. Una volta nel suo appartamento le era saltato addosso.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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Approfittarsi in generale dello stato di bisogno altrui per doppi fini è già un atteggiamento deprecabile in sé. Se a questo si aggiunge anche il tentativo di abusare sessualmente della persona in difficoltà, allora si capisce quanto sia stato deplorevole il comportamento tenuto da un uomo di 79 anni, condannato in primo grado dal tribunale di Milano a quattro anni e diecimila euro di danni per una tentata violenza sessuale su una ragazza di appena 19 anni.

L'adescamento con l'inganno

La vittima, come racconta Luigi Ferrarella sul "Corriere della sera", è una cittadina peruviana che l'uomo aveva conosciuto mentre lei era in coda davanti a Pane quotidiano, centenaria onlus che nelle due sedi di viale Monza e viale Toscana a Milano offre a chiunque si presenti, indipendentemente dal suo status, alcuni alimenti gratuiti. La 19enne, irregolare in Italia, nel luglio del 2020 era in coda davanti alla sede di viale Monza quando l'anziano, descritto come "gentile e garbato", le si era avvicinato. Spacciandosi per volontario dell'associazione (estranea a qualsiasi addebito), le aveva proposto di andare a lavorare come domestica in casa sua, dicendole di non preoccuparsi del suo status di irregolare e che l'avrebbe pagata in contanti.

La ragazza aveva accettato e il pomeriggio del 13 luglio era andata assieme a lui in un appartamento in zona Porta Venezia. Una volta dentro, però, il settentenne, che in precedenza a quanto pare aveva assunto anche del Viagra, aveva mostrato la sua vera natura: l'aveva chiusa in camera da letto e aveva iniziato a palpeggiarla e a spogliarla, gettandola sul letto e saltandole addosso. La ragazza era riuscita a scappare e a chiudersi in bagno e le sue urla avevano convinto l'anziano a desistere dai suoi intenti e a lasciarla andare, non prima di averla minacciata: "Non dire niente o ti denuncio alla polizia in quanto irregolare", era stato in sintesi il ricatto.

Per il giudice l'anziano avrebbe agito alla stessa maniera anche in altre circostanze

La ragazza però non era rimasta zitta e, una volta libera, si era rivolta alla polizia. Ne è nata l'inchiesta che ha portato al processo con rito abbreviato per l'anziano, difeso dall'avvocato Silvia Fiorentino. Secondo la legale dell'anziano, la ragazza aveva reso un racconto menzognero. Ma la giudice per l'udienza preliminare Sofia Floretta ha invece creduto alla versione della giovane. Non solo: ha ritenuto che l'anziano abbia agito anche in altre occasioni allo stesso modo, cercando di approfittarsi delle donne e ragazze in difficoltà. A confermare questo suo comportamento "seriale" sarebbero sia le testimonianze del custode del palazzo, che avrebbe assistito nel corso del tempo al via vai di ragazze dall'appartamento dell'anziano, sia la sua domestica: la donna ne ha parlato come di un uomo "malato", col quale anche lei ha avuto dei rapporti sessuali, anche se consensuali.

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