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Adesca minorenni su TikTok e li convince a spogliarsi in video per poi ricattarli

Fingendosi una ragazza, adescava minorenni su TikTok e li convinceva a denudarsi, per poi riprenderli in video e ricattarli: per evitare la diffusione in rete dei filmati, chiedeva poi di organizzare un incontro sessuale. L’indagine in corso punta adesso a ricostruire l’esatto numero delle vittime.
A cura di Francesca Del Boca
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Adescava minorenni su TikTok, fingendosi una ragazza e spingendoli a denudarsi, per poi riprenderli e ricattarli. Minacciando di far girare il video in rete, sotto gli occhi di amici e familiari.

Per questo motivo lo scorso 6 agosto i Carabinieri della Compagnia di Pioltello (Milano) hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 23enne, ritenuto responsabile dei reati di detenzione e produzione di materiale pedopornografico realizzato utilizzando minori, adescamento di minorenni, pornografia minorile, violenza sessuale e induzione a compiere atti sessuali mediante inganno, sostituzione di persona e tentata estorsione.

La videochiamata erotica e il ricatto sessuale

L’indagine dei militari di Pioltello è partita dalla denuncia per tentata estorsione e adescamento da parte dell’ultima, giovanissima vittima. Che, durante la sua deposizione in caserma, ha raccontato di aver ricevuto settimane fa un invito via TikTok dal profilo di una ragazza (risultato poi falso) per effettuare una videochiamata erotica tramite Instagram, nel corso della quale lei (dietro cui si nascondeva il 23enne) lo avrebbe convinto a spogliarsi. 

È a questo punto che, all'improvviso, sarebbe mutato il tono della conversazione. Improvvisamente, al minorenne sarebbero giunti messaggi intimidatori, che minacciavano l'invio delle registrazioni a tutti i contatti della rubrica e ai familiari. L'unico modo per scampare a quel disastro? Fissare un incontro di persona, per consumare un rapporto sessuale.

Le vittime potrebbero essere molte di più

Incontro finito male, dal momento che all'appuntamento si sono presentati, insieme al minorenne, anche i Carabinieri. Una vera e propria trappola che, grazie al sequestro dei dispositivi elettronici del 23enne, ha fatto venire alla luce una elevata quantità di materiale pedopornografico. Ovvero foto e video scaricati dal web, sì, ma anche il lungo elenco di minorenni caduti vittima dei suoi ricatti.

Avvenuti sempre con la stessa identica modalità: fingendosi una ragazza o affermando di essere minorenne, rubando l'identità ad altri profili online. Per questo l’indagine, coordinata dal pm Giovanni Tarzia, punta a ricostruire l’esatto numero delle vittime, sparse su tutto il territorio nazionale.

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