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Covid 19

Adele Gelfo sarà la prima vaccinata in Lombardia contro il coronavirus: “Spero di essere d’esempio”

“Sono sorpresa e felice che abbiano scelto un’operatrice socio-sanitaria. Spero che la gente, vedendomi, possa convincersi a fare il vaccino. E che anche chi ha paura cambi idea”. Adele Gelfo lavora da quasi trent’anni all’ospedale milanese di Niguarda e da marzo è nei reparti Covid. Sarà tra le prime persone vaccinate contro il covid in Lombardia, il 27 dicembre. Intervistata da Fanpage.it ha raccontato le sue sensazioni e fatto appello a tutti: “Vaccinatevi per aiutare noi lavoratori degli ospedali, ma soprattutto per la propria vita”.
A cura di Simone Gorla
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"Sono sorpresa, emozionata e felice che abbiano scelto una operatrice socio-sanitaria per fare il vaccino nel V-day. Sui giornali e nel racconto dell'emergenza si parla meno di noi Oss, ma siamo stati in prima linea per tutti questi mesi contro il Covid". Adele Gelfo, 50 anni compiuti all'inizio di dicembre, lavora all'ospedale di Niguarda a Milano dal 1991. Da marzo è nei reparti Covid dove si occupa dei pazienti insieme a medici e infermieri. Il 27 dicembre, in occasione del V-day, la prima giornata europea di vaccinazioni anti Covid, sarà nel primo gruppo di cinque persone che riceveranno la dose. Intervistata da Fanpage.it, Adele racconta l'emozione e il valore simbolico di questo momento.

Quando ha saputo che sarà vaccinata il 27 dicembre?

Mi ha chiamato questa mattina la caposala dicendo che c'era la possibilità e ho accettato. Non perché abbiano scelto me, forse perché nel nostro reparto siamo ancora attivi con tanti pazienti in cura.

Cos'ha provato nel sapere di essere stata scelta per la prima vaccinazione in Lombardia?

Sono sorpresa, emozionata e felice che abbiano scelto una operatrice socio-sanitaria. Penso che a volte, quando si parla di sanità, ci si riferisca a medici e infermieri perché è più semplice. Ma un'equipe è fatta da tutte le figure, anche degli Oss. Sui giornali e nel racconto dell'emergenza si parla meno di noi Oss, anche se siamo stati in prima linea. Ma io non mi sento messa da parte e sto bene con tutti i miei colleghi.

Ha avuti dubbi nell'accettare la vaccinazione? Qualche timore?

Assolutamente nessun dubbio sul vaccino. Sappiamo che è sicuro.

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Come ha vissuto questi mesi in trincea, dopo tanti anni di vita in ospedale cosa è cambiato?

Sono stati mesi lunghi, duri, triste a volte, ma siamo ancora qui. Siamo sempre stati in prima linea, senza paura. La cosa fondamentale è usare i dispositivi di protezione in modo corretto. Ci portiamo dentro le esperienze fatte: cose belle come il sorriso dei pazienti dimessi che ti ringraziano. Cose brutte, come vedere pazienti morire soli.

Lei ha preso il Covid?

Io personalmente no, non l'ho mai preso. L'ha avuto qualche collega, per fortuna non sono stati troppo male.

Abbiamo imparato qualcosa da questi mesi?

Non lo so, la seconda ondata mi ha fatto dubitare, ma spero che ci abbia insegnato a stare attenti.

Cosa si aspetta dal vaccine day?

A parte il clamore mediatico, spero che la gente vedendo noi possa convincersi a fare il vaccino. Che anche chi ha paura cambi idea. L'appello che facciamo è di vaccinarsi tutti. Chiediamo di farlo per aiutare noi lavoratori degli ospedali, ma soprattutto per la propria vita. Ci vorrà un po' di tempo, ma il vaccino funzionerà e sarà decisivo. Dopo un anno del genere, non ci vogliamo più ripassare.

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