Addio, Laura Ziliani: il dolore di familiari e amici durante i funerali della vigilessa di Temù
Un dramma aberrante
«Un dramma oscuro, terribile, dolorosamente aberrante». Con queste parole il parroco di Chiesanuova (Brescia) ha aperto la cerimonia per i funerali di Laura Ziliani, la 55enne ex vigilessa scomparsa a Temù (alta Val Camonica, sulle montagne bresciane) tra il 7 e l’8 maggio 2021 e ritrovata cadavere la mattina dell’8 agosto. Per la morte, che l’autopsia ha rilevato essere stata indotta tramite soffocamento e precedente stordimento con psicofarmaci, sono indagate la maggiore e la minore delle tre figlie, Silvia e Paola Zani, di 27 e 19 anni, insieme al fidanzato della prima, Mirto Milani. Tutti e tre, dallo scorso 24 settembre, si trovano in carcere in attesa di giudizio.
Dopo mesi di attesa, il 14 febbraio è arrivato il nullaosta per i funerali da parte della procuratrice Caty Bressanelli, che avrebbe anche dovuto decidere se ammettere o meno alla cerimonia le due figlie indagate. Il consenso è stato negato e questo pomeriggio, nella chiesa parrocchiale di Chiesanuova, quartiere in cui Laura è cresciuta e in cui vive la madre Marisa Cinelli, c’era solo la figlia Lucia, di 22 anni.
La seconda vittima
Gremita di parenti, amici, colleghi e cittadini la chiesa dove è stato dato l’ultimo saluto alla donna, che proprio lì era stata battezzata e aveva ricevuto prima comunione e cresima. «Il sangue e la vita di Laura – ha ricordato il sacerdote durante l’omelia, commentando il passo evangelico della “tomba vuota” – non sono un panno sporco da gettare, raccogliamo dunque il gemito dal suo corpo senza vita. Che cosa ci sussurra? Che cosa non è riuscita a dire a chi le stava accanto? Due cose: la cura verso il fratello e la fiducia nella provvidenza». Parole che non possono non richiamare la seconda vittima di questo dramma, Lucia. La ragazza infatti, oltre a convivere con problemi di salute, è anche orfana di padre, visto che il marito della Ziliani è morto nel 2021 dopo essere stato travolto da una valanga.
Tutti hanno pianto per Laura
Il sacerdote ha anche letto un messaggio della madre e dei fratelli della donna uccisa che chiedono alla loro cara scomparsa di «continuare a sorridere dal cielo anche per loro», mentre il vescovo bresciano in Brasile, Carlo Verzelletti, ha mandato una lunga lettera alla signora Marisa, che ha definito una «madre con il cuore spezzato ma ancora radicato nel Signore». Presente alla cerimonia anche il sindaco di Roncadelle, paese poco distante dalla città, in cui Laura si era trasferita dopo la morte del marito, lavorando come impiegata comunale: «Una donna solare ed entusiasta della vita – ha detto il primo cittadino Roberto Groppelli -. Tutti i colleghi hanno pianto per la sua scomparsa e oggi siamo qui per celebrare una vita importante, votata al lavoro e alla famiglia». Quest’ultima da mesi si è chiusa nel silenzio, l’unica a commentare è stata una parente di Marisa Cinelli: «Almeno mia cugina adesso potrà avere un po’ di pace, perché saprà dove andare a trovare sua figlia». La donna è stata seppellita nel cimitero Vantiniano, a Brescia.
L'appartamento di Temù
«L’ultima volta che l’ho sentita è stato il mercoledì prima che sparisse – ricorda l’inquilino che per sette anni ha preso in affitto l’appartamento di Temù di Laura Ziliani -, mi aveva mostrato le foto della ristrutturazione, sembrava tranquilla». E proprio quell’appartamento, insieme ad altri di proprietà dell’ex vigilessa, potrebbe essere il movente dell’omicidio. «La cosa più brutta – ha commentato un signore anziano fuori dalla chiesa – è che i parenti uccidono i parenti per soldi».
Attesa per la chiusura delle indagini
Sgomento, incredulità, ma anche rabbia tra i cittadini, molti dei quali hanno preso parte alle esequie pur senza conoscere direttamente Laura. Tutti convinti della colpevolezza delle figlie, che però restano ancora solo accusate almeno fino alla chiusura delle indagini, prospettata non prima della fine di marzo. Gli inquirenti avrebbero infatti chiesto ulteriore tempo, definendo tuttavia “pesanti” le prove a carico di Silvia e Paola Zani e di Mirto Milani.