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Acquisiscono un’azienda bresciana e la fanno fallire: 5 arresti e sequestri per oltre 3 milioni di euro

Il gip del Tribunale di Brescia ha disposto misure cautelari per 5 soggetti indagati per bancarotta fraudolenta. Secondo gli investigatori, avrebbero acquisito un’azienda bresciana tramite una società svizzera e, dopo averle sottratto capitali, l’avrebbero fatta fallire.
A cura di Enrico Spaccini
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Cinque persone sono state raggiunte da misure cautelari disposte dal gip del Tribunale di Brescia in quanto accusati di bancarotta fraudolenta. Stando a quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura bresciana, gli indagati, ritenuti vicini a contesti di "criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista", avrebbero acquisito un'azienda del settore zootecnico e, dopo averle sottratto il capitale, avrebbero avviato la procedura fallimentare. Due di loro ora si trovano in carcere, altri due agli arresti domiciliari e il quinto ha il divieto di esercitare imprese e di assumere uffici direttivi in aziende. Sono stati disposti sequestri per oltre 3 milioni di euro.

Le indagini hanno avuto inizio il 3 luglio del 2021, quando l'imprenditore Pasquale Lamberti di Besate nel Milanese è svanito nel nulla. Prima di scomparire, però, aveva scritto un messaggio lasciato tra le note del cellulare in cui indicava i cinque presunti responsabili della sua sparizione. Indagando, il pm dell'antimafia Teodoro Catananti avrebbe scoperto i presunti reati fiscali che ora vengono contestati a cinque residenti nelle province di Milano, Sondrio, Monza e Brianza e Taranto. Questi, infatti, tramite una società svizzera avrebbero acquisito la proprietà di un’azienda bresciana del settore zootecnico e, dopo averle sottratto il capitale, avrebbero avviato la procedura fallimentare.

Secondo gli investigatori, con i soldi così ottenuti i cinque avrebbero comprato immobili, auto di lusso e goduto disponibilità finanziarie su carte di credito prepagate rilasciate da una piattaforma finanziaria svizzera. Inoltre, i cinque si sarebbero avvalsi di finanziamenti garantiti dallo Stato pari a oltre 1 milione e 700mila euro e ottenuto un anticipo di crediti commerciali presso istituti bancari attraverso fatture per operazioni “inesistenti” per un valore di circa 400mila euro.

Questa mattina, venerdì 17 gennaio, il nucleo Polizia Economico Finanziaria della guardia di finanza e i carabinieri della Compagnia di Brescia hanno dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare in carcere per due soggetti, degli arresti domiciliari per altri due e un divieto di esercitare imprese e di assumere uffici direttivi in aziende. Il giudice ha anche disposto il sequestro per oltre 650mila euro, mentre la Procura di Brescia ha emesso un sequestro preventivo d’urgenza pari a oltre 2 milioni e 500mila euro.

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