Accusato di violenza sessuale, fu assolto perché la donna “in 20 secondi poteva dire di no”: chiesto nuovo processo
![Barbara D'Astolto](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/29/2024/06/WhatsApp-Image-2024-06-25-at-19-1719343558124-1200x675.jpeg)
Il sostituto procuratore generale di Cassazione, Fulvio Baldi ha chiesto un nuovo processo d'appello nei confronti del sindacalista Raffaele Meola, denunciato per violenza sessuale dalla ex hostess Barbara D'Astolto e assolto lo scorso giugno: nelle motivazioni i giudici avevano evidenziato come l'imputato, che nel 2018 assisteva la donna per un caso di vertenza sindacale, non avesse "adoperato alcuna forma di violenza" visto che la condotta del sindacalista si era "protratta per una finestra temporale di 20-30 secondi" che avrebbe consentito alla vittima "anche di potersi dileguare".
A presentare ricorso in Cassazione, per riscrivere una sentenza che aveva suscitato numerose polemiche, erano state sia la parte civile che la Procura generale di Milano. Oggi la richiesta del pg di Cassazione nel corso dell'udienza che si è svolta stamattina, martedì 11 febbraio, davanti ai supremi giudici della terza sezione penale.
"Era marzo del 2018, avevo delle cause civili con la mia azienda. Il sindacalista mi aveva dato appuntamento negli uffici, nei pressi dell'aeroporto di Malpensa", aveva raccontato a Fanpage.it l'ex hostess, che oggi ha cambiato lavoro. "Ho iniziato a leggere i documenti. Ero seduta, lui invece era in piedi dietro di me. Ha iniziato a mettermi le mani sul collo, a toccarmi, a baciarmi e massaggiarmi le spalle e la schiena. Sono rimasta gelata, incredula. Non riuscivo a capire se me lo stessi immaginando io o se stesse succedendo per davvero. Avevo paura, non lo conoscevo e sapevo di essere fisicamente in svantaggio, oltre che sola in un ufficio vuoto. Ho raccolto le mie cose, sono salita in macchina e correvo. Poi mi sono fermata in una piazzola e lì ho avuto il crollo".
La donna finalizza la denuncia nel luglio dello stesso anno. Poi i due processi, finiti ambedue con sentenze di assoluzione. "Non era più la mia parola contro la sua, ma era la parola di altre quattro colleghe che sono venute tutte a testimoniare. Tutte abbiamo raccontato la stessa storia e invece sono riusciti a dargli un'attenuante, ovvero che ci avrei messo "troppo tempo" a reagire. La seconda motivazione per cui l'hanno assolto era che lui, trovandosi alle mie spalle, non aveva la possibilità di guardarmi in viso e cogliere il mio terrore negli occhi. La giudice ha detto che l'approccio sessuale, iniziato con un ‘mero' massaggio, io avrei dovuto interromperlo prima. Ma io non prendo appuntamento con il sindacato quando ho bisogno di un massaggio".