video suggerito
video suggerito

Accusato di aver molestato 11 specializzande, primario del San Matteo di Pavia patteggia 2 anni

La giudice Maria Cristina Lapi ha accolto la richiesta di patteggiamento avanzata da Francesco Mojoli. Il primario del Policlinico San Matteo di Pavia e docente universitario era accusato di aver molestato 11 specializzande durante alcune lezioni.
A cura di Enrico Spaccini
34 CONDIVISIONI
Foto di repertorio
Foto di repertorio

È stata accolta la richiesta di patteggiamento a una pena di 2 anni presentata da Francesco Mojoli, il primario del Policlinico San Matteo di Pavia e docente universitario accusato di violenza sessuale, con l'attenuante della minore gravità, nei confronti di 11 specializzande. In questo modo, ha spiegato con una nota l'avvocata Maria Teresa Zampogna che difende Mojoli, il medico ha voluto "evitare un lungo dibattimento per dimostrare l'interpretazione equivoca e l'esatta comprensione dei fatti con moltissimi testimoni e consulenti tecnici, che avrebbe avuto un impatto negativo sulla vita di tutte le persone coinvolte, nonché dell'Università e del Policlinico". La giudice Maria Cristina Lapi non ha previsto risarcimenti per le parti civili.

Il questionario e l'inizio delle indagini

Le indagini erano partite nel 2021, quando le specializzande avevano risposto a un questionario anonimo dell'università parlando delle presunte molestie, in particolare palpeggiamenti, che avrebbero subito dal docente. L'ateneo aveva aperto un'indagine interna, terminata con l'archiviazione, mentre Mojoli aveva deciso di dimettersi dalla direzione della Scuola di Specializzazione, continuando a insegnare.

L'avvocata Zampogna nella sua nota ha spiegato che questi "contatti fisici ritenuti ambigui ed equivoci dalle specializzande" sarebbero avvenuti "nei periodi di massima pressione e stress dell'equipe medica dovuta alle ondate pandemiche da Covid-19 nel 2020-2021". Quel contesto, caratterizzato da una "incessante attività clinica, organizzativa e di ricerca, la stanchezza e il coinvolgimento nella corsa per salvare migliaia di vite umane", sostiene la legale di Mojoli, avrebbe "sicuramente favorito minor attenzione alle formalità e alle distanze".

"I contatti", prosegue la nota, "sono avvenuti esclusivamente in pubblico, nell'espletamento della normale attività lavorativa, vestiti con presidi di protezione, sempre alla presenza di altri operatori sanitari e pazienti, in locali aperti e molto frequentati, promossi dalla tipologia di attività clinico-didattica svolta, dal sovraffollamento dei locali e dallo spazio ridotto, ma che mai hanno avuto natura sessuale".

La decisione della giudice

La Procura di Pavia aveva chiesto lo scorso giugno il rinvio a giudizio per il primario accusato di violenza sessuale aggravata "dall’aver commesso il fatto all’interno di un istituto di formazione con abuso di poteri e in violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione da lui svolta". Durante l'udienza preliminare del 12 novembre, Mojoli aveva chiesto alla giudice Lapi di patteggiare la pena a 2 anni con la riqualificazione del reato a violenza sessuale con l'attenuante della minore gravità. Richiesta che ha ottenuto prima il parere favorevole della pm Valentina De Stefano e, poi, anche della giudice.

34 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views