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Accusati di aver ridotto in schiavitù la figlia per 15 anni, assolti i genitori affidatari

Il giudice di Milano ha assolto due genitori affidatari accusati di aver ridotto in schiavitù la figlia, costringendola a subire violenze sessuali durante messe nere. La sentenza è stata pronunciata “perché il fatto non sussiste”.
A cura di Fabio Pellaco
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Immagine di repertorio
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Assolti "perché il fatto non sussiste". È questa la decisione del giudice per le udienze preliminari a favore di due genitori affidatari accusati di aver ridotto in schiavitù la loro figlia. La vicenda era emersa a ottobre 2022 in seguito alla denuncia di una donna che aveva raccontato di essere stata costretta a vivere in una botola e aver subito violenze sessuali di gruppo durante messe nere.

La sentenza di assoluzione dei due genitori affidatari

La sentenza, con tiro abbreviato. è arrivata venerdì mattina. Il gup di Milano, Sofia Fioretta, ha deciso per l'assoluzione della coppia, facendo cadere tutte le accuse mosse dalla Procura, tra cui la riduzione in schiavitù. Il pubblico ministero Stefano Ammendola aveva chiesto per i due imputati condanne fino a otto anni per aver esercitato sulla figlia "poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà".

Dura la reazione del legale della donna, l'avvocato Massimo Rossi, che ha giudicato la sentenza come "un'offesa" nei confronti della sua assistita. "Per la prima volta era stata creduta e adesso è di nuovo all'inferno. Io questo non lo tollero, mi batterò fino in fondo".

Aveva raccontato 15 anni di abusi e violenze

La donna aveva tentato più volte di denunciare le angherie subite per 15 lunghi anni, ma la maggior parte delle denunce presentate erano cadute nel vuoto, perché considerate non attendibili. Almeno fino all'ottobre di un anno fa, quando il pm della Direzione distrettuale antimafia di Milano ha trovato dei riscontri al terribile racconto delle violenze subite dalla figlia, oggi 41enne.

Secondo quanto emerso dalle indagini, a ridurla in schiavitù sarebbero stati i genitori affidatari che l'avevano accolta nella loro casa, 24 anni fa, quando era ancora ragazza. Una volta compiuta la maggiore età sarebbero iniziate le violenze. La donna ha raccontato di essere stata stuprata da gruppi di uomini durante messe nere e di essere rimasta incinta proprio dell'uomo che l'aveva in affido. La nascita del bambino non era però stata sufficiente a mettere fine agli abusi.

I due imputati, assistiti dagli avvocati Luigi De Mossi e Francesco Poggi, avevano scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Oggi è arrivata la sentenza che li assolve perché il fatto non sussiste.

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