Accusati di aver fatto cadere un’anziana dalle scale: in 3 a processo
Tre persone sono a processo davanti alla Corte di Assise di Monza perché accusate di omicidio preterintenzionale e abbandono di persone incapaci per il caso di una donna di 81 anni, residente a Lissone (Monza e Brianza) che è stata trovata morta il 2 dicembre 2021 in una casa in via Canova, che era di proprietà di uno degli imputati.
Il medico legale ha spiegato durante l'udienza di ieri, venerdì 15 novembre, che l'anziana sarebbe morta "per embolia polmonare a causa della frattura esposta di un femore". Una frattura perla quale non si può escludere "la dinamica accidentale, ma poi aggravata – riporta il quotidiano Il Giorno – dal successivo sfondamento della cassa toracica, dovuta a una caduta in avanti senza meccanismi di difesa". Una caduta che non sarebbe avvenuta "dalle scale, se non da pochi gradini, per l'essenza di altre ecchimosi, ma da un trauma in posizione statica, ma anche un pugno".
A essere accusati sono un uomo di 69 anni, la figliastra della donna, una 59enne, e il marito di quest'ultima, un 66enne. La coppia vive con il 69enne perché si occupa delle pulizie e della manutenzione dell'abitazione. I tre sarebbero accusati di aver portato l'81enne a vivere con loro e di averla "prima fatta cadere dalle scale provocandole una frattura scomposta del femore" e successivamente l'avrebbero "colpita allo sterno e al dorso causandole plurime fratture costali con sfondamento della cassa toracica".
Sono inoltre accusati di averla lasciata sola – nonostante non fosse capace sia per età che per malattia – per un'ora prima di chiamare i soccorsi: "La signora è stata trovata dai soccorritori seduta sul divano, con la gamba destra appoggiata su una sedia, ma è una posizione fittizia perché impossibile da raggiungere autonomamente. Aveva anche un ematoma sul dorso, ma non compatibile con lo sfondamento del torace perché più verso il basso", ha aggiunto il medico legale. Il dottore ha poi escluso che l'ematoma sul torace possa essere compatibile con le manovre di rianimazione.
"Quella mattina sono sceso nel mio studio a lavorare e non l’ho vista, quando sono tornato in casa verso mezzogiorno stava guardando la televisione seduta sul divano", ha detto l'imputato 69enne. "Noi tre siamo usciti a pranzo perché non c’era niente di pronto e al ritorno l’ho vista con la faccia inclinata da un lato e gli occhi chiusi. L’ho toccata, era ancora calda, ma abbiamo chiamato il 118. Noi non le abbiamo fatto niente, non l’abbiamo toccata. Mia nonna si era rotta il femore solo alzandosi dalla sedia", ha poi affermato.