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Monia Bortolotti accusata di infanticidio

Accusata di aver ucciso i figli neonati, dalla perizia all’autopsia mancata: i dubbi ancora da risolvere

Il prossimo 29 novembre si svolgerà l’udienza davanti al gup per Monia Bortolotti, la mamma accusata di aver ucciso i figli neonati nel 2021 e nel 2022.
A cura di Ilaria Quattrone
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Monia Bortolotti è la donna di 28 anni di Pedrengo, comune in provincia di Bergamo, che è accusata dell'omicidio dei figli neonati che sono morti a quattro e due mesi: il bimbo di due mesi sarebbe stato ucciso con un abbraccio "fatale", la bimba di quattro sarebbe stata soffocata con un cuscino. Il 29 novembre si svolgerà l'udienza davanti alla giudice dell'udienza preliminare Raffaella Mascarino.

La bimba è morta il 15 novembre 2021. Quando i soccorritori sono arrivati in casa, hanno trovato la mamma. La donna ha raccontato di averla riposta dopo la poppata. Nella trachea della piccola era stato aspirato del latte e infatti il fascicolo della Procura era stato chiuso con la formula degli "atti non costituenti notizie di reato". Quando però il 25 ottobre 2022 è morto anche il fratellino, i medici dell'ospedale Papa Giovanni XXIII hanno immediatamente ricordato il precedente e suggerito agli inquirenti di eseguire un'autopsia sul piccolo. Da lì, poi l'arresto della donna.

Adesso sono diversi i punti da discutere. Come riportato dal quotidiano Il Corriere della Sera, quello più importante sarà la capacità di intendere e di volere della 28enne, che nega di averli uccisi. Anche sui social, prima dell'arresto, aveva affermato che quanto successo erano state due "disgrazie": aveva infatti detto che, nel caso della figlia, aveva sistemato male i cuscini nella culla mentre nel senso caso di aver schiacciato il piccolo dopo essersi addormentata.

E proprio per comprendere lo status psichiatrico dell'indagata, la giudice per le indagini preliminari Federica Gaudino ha nominato tre periti: Federica Gaudino, Patrizia De Rosa ed Elvezio Pirfo. Tutti hanno concluso per la totale incapacità di intendere e di volere della 28enne. Per gli esperti, la donna soffrirebbe di una grave depressione legata all'infanzia, ai problemi durante la crescita e alle gravidanze.

E proprio per questo motivo, su richiesta della gip, è stato disposto il trasferimento della 28enne in una Rems di Castiglione delle Stiviere e cioè una struttura per persone con problemi psichiatrici che sono sottoposte a misure di sicurezza.

Anche la psichiatra nominata dalla difesa della donna, la dottoressa Marina Verga, ha affermato di condividere le valutazioni dei periti del gip. Per il consulente del pubblico ministero Sergio Monchieri invece si potrebbe al limite parlare di una semi infermità: per l'esperto l'imputata sarebbe infatti una lucida manipolatrice. Al di là di quanto espresso dai periti del gip, il gup, considerato che la donna è stata sottoposta a una misura di sicurezza perché ritenuta pericolosa, non potrà proscioglierla dalle accuse.

È inoltre escluso che la difesa di Bortolotti, durante l'udienza del 29 novembre, possa chiedere il rito abbreviato: la legge infatti non lo consente per i reati con l'aggravante da ergastolo. L'avvocato potrebbe però insistere su un altro punto: mentre sul bimbo di due mesi è stata svolta l'autopsia, sulla bimba non è stata possibile eseguirla. La piccola è morta un anno prima del fratellino: le condizioni del corpo quindi non hanno consentito di poter effettuare l'esame.

Nonostante manchi un esame, il pubblico ministero è fermo nella sua posizione: sostiene infatti che ci siano diversi indizi in grado di collegare le due morti. Per la Procura la donna avrebbe ucciso perché non riusciva a sopportare il pianto dei due neonati.

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