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Accusata di aver ucciso i figli, Monia Bortolotti lascia il carcere: riconosciuta la parziale infermità mentale

Monia Bortolotti, accusata di aver ucciso tra il 2021 e il 2022 i due figli neonati, viene trasferita, in attesa dell’inizio del processo, in una struttura psichiatrica: le è stata riconosciuta una parziale infermità mentale.
A cura di Carlo Coi
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Immagine di repertorio
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Il Tribunale di Brescia vista la parziale infermità mentale confermata nella giornata di martedì 24 settembre dagli esperti nominati dalla giudice, Federica Gaudino, ha disposto il trasferimento di Monia Bortolotti – la 28enne accusata del duplice omicidio dei figli neonati – dal carcere di Bergamo alla residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. Si tratta di una struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi. La risoluzione del Tribunale di Brescia è temporanea e non eviterà il processo a carico dell'imputata. Questa decisione è stata presa dopo che la perizia psichiatrica ha accertato solo un parziale vizio di mente.

La donna era in carcere dal 4 novembre scorso, è accusata di aver ucciso intenzionalmente i figli che non avevano compiuto un anno di età. Il corpo della primogenita A.Z è stato trovato senza vita dai soccorritori nel novembre del 2021. Bortolotti si era difesa affermando che la morte della piccola fosse stata causata da un rigurgito dovuto a un cuscino sistemato male.

Il 25 ottobre 2022 a poco meno di un anno dal primo incidente, morì il piccolo M.Z, aveva solo due mesi. La donna confessò di aver schiacciato il neonato in maniera del tutto fortuita dopo essersi addormentata. Secondo il pubblico ministero, Maria Esposito, il movente sarebbe dovuto al fatto che la donna non tollerasse il pianto dei piccoli.

La perizia psichiatrica richiesta dal giudice per le indagini preliminari, Federica Gaudino, ha fatto emergere un parziale vizio di mente che non le eviterà il processo. In attesa del rinvio a giudizio, il Tribunale di Brescia ha disposto il trasferimento della donna presso la clinica per malati psichiatrici pericolosi a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, dove la donna potrà essere vicina alla sua famiglia residente in zona.

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