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Accusata dello sfruttamento sessuale delle stagiste, titolare del centro estetico patteggia un anno e 8 mesi

Una 50enne titolare di un centro estetico di Cologne (Brescia) ha patteggiato un anno e 8 mesi e la chiusura dell’attività. Secondo la Procura, induceva le due stagiste minorenni a compiere atti sessuali con un cliente.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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La titolare di un centro estetico di Cologne (in provincia di Brescia) ha patteggiato una pena pari a un anno e 8 mesi, oltre alla chiusura dell'attività. La 50enne era accusata di sfruttamento della prostituzione. Secondo la Procura, infatti, la donna sfruttava le prestazioni di stagiste minorenni inducendole a praticare trattamenti di natura sessuale a un cliente affezionato. L'uomo, a sua volta, ha già patteggiato la stessa pena in udienza preliminare.

Gli episodi di sfruttamento denunciati

I fatti contestati risalgono al 2021. Una delle due ragazze aveva raccontato al proprio fratello quello che era costretta a fare nel centro estetico dove stava svolgendo un periodo di tirocinio. Il ragazzo, poi, ha avvertito la scuola e sono iniziate le indagini.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Brescia, infatti, la 50enne era solita indurre le due ragazze alle quali aveva offerto lo stage ad acconsentire alle proposte indecenti mosse da uno dei clienti. Con quel servizio, la titolare del centro estetico guadagnava un extra di 50 euro a seduta.

Le decisioni dei giudici del Tribunale

La 50enne, accusata di sfruttamento della prostituzione, si è accordata con i giudici della prima sezionale penale del Tribunale per una pena pari a un anno e 8 mesi e la chiusura del centro. Stesso accordo raggiunto anche dal cliente 50enne.

I giudici, però, hanno deciso di non accogliere le richieste avanzate dagli avvocati difensori delle due minorenni, che si sono costituite parte civile. I legali, infatti, sostenevano che le due ragazze non avessero mai prestato il loro consenso e che tantomeno potessero essere considerate prostitute. Per questo motivo, hanno chiesto che il reato fosse riqualificato in atti sessuali con minorenni. L'istanza, però, non è stata condivisa dalla pubblica accusa e quindi caduta.

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