Accusa una donna sui social di maltrattare il cane e lei la denuncia: a processo per diffamazione
Un presunto maltrattamento di animale è finito in tribunale, ma l’accusa è di diffamazione. Tutto è iniziato nel giugno 2021 quando una turista di Varese, in vacanza in Valle D’Aosta, ha scritto un post di denuncia su Facebook nel quale descriveva le pessime condizioni in cui viveva un cane. In realtà, l’animale godeva di ottima salute e non era affatto maltrattato. Sommersa da odio social e da mail minatorie, la padrona ha deciso di denunciare l'autrice del post per diffamazione. Oggi la prima udienza davanti ai giudici del Tribunale di Varese.
Cos’è accaduto: dal soggiorno in Val D’Aosta alla denuncia
Mentre si trova in vacanza in Valle D'Aosta nel giungo del 2021, una turista è turbata dalla presenza di un cane lasciato al sole sul balcone di casa. Invia delle foto dell’animale alla polizia postale e, non contenta, pubblica un post su Facebook con la foto del cane e la scritta: “Grazie a tutti coloro che aderiranno per far terminare questo schifo vergognoso”. Da qui partono una serie di insulti online che arrivano fino alla proprietaria di Utah, un incrocio tra un border collie e un pastore. E arrivano anche alla polizia che si reca nell’abitazione della signora a Chatillon per fare un sopralluogo.
Gli agenti trovano il cane in buona salute. Stava sempre sul balcone per via di una particolare condizione clinica che non gli permetteva di stare sull’erba del giardino. Dopo tutti i messaggi di odio (scritti su Facebook che lei nemmeno usa) e le visite a casa per vedere come stava l'animale, la padrona, una giovane valdostana, decide di sporgere denuncia per diffamazione aggravata e il processo è iniziato oggi nel Tribunale di Varese.
La prima udienza del processo
In aula sono stati sentiti i vicini di casa della parte offesa, il veterinario dell’animale e anche il l'ufficiale della polizia locale che ha fatto il sopralluogo nell’abitazione della padrona. “Il mio cane stava e sta benissimo: se la signora avesse avuto dei dubbi sul suo stato di salute non doveva fare altro che suonarmi il campanello di casa, visto che soggiornava a pochi metri da me. E non attaccarmi sui social, che peraltro io neppur utilizzo”, ha spiegato in aula la proprietaria dell’animale.
Ha poi motivato la sua denuncia in questo modo: “Il post su facebook non solo ha leso la mia onorabilità, ma mi ha messo in difficoltà durante un periodo molto particolare della mia vita, quando avevo mio figlio piccolo, e ha messo soprattutto in cattiva luce la piccolissima frazione in cui io vivo, dove tutti, fra i residenti, ci conosciamo”. La prossima tappa del processo in cui forse verrà sentita l’autrice del post si terrà il 12 novembre.