Accoltellò il poliziotto Christian Di Martino a Milano, il giudice: “In carcere si vantava di averlo fatto”

Si sarebbe vantato della sua "superiorità proprio per aver colpito un poliziotto": è questa una delle frasi che è emersa nelle motivazioni della sentenza emessa nei confronti di Hassine Hamis, l'uomo che è stato condannato per aver accoltellato il vice ispettore della polizia Christian Di Martino alla stazione di Lambrate a Milano l'8 maggio 2024. La giudice dell'udienza preliminare Silvia Perrucci, che lo ha condannato con rito abbreviato a dodici anni e due mesi di reclusione per tentato omicidio. Nel processo, il poliziotto si è costituito parte civile.
La giudice ha spiegato che all'uomo non poteva essere riconosciuta alcuna attenuante perché con "le sue generiche manifestazioni di dispiacere" puntava solo a una pena più lieve. Anzi. Avrebbe prima "fornito una versione dell'accaduto del tutto illogica" e poi si sarebbe vantato delle sue azioni con altri detenuti.
E proprio questo suo atteggiamento è una chiara dimostrazione della sua "indole estremamente aggressiva e socialmente pericolosa" che ha manifestato dal 2004 quando ha iniziato a commettere furti, rapine, aggressioni e altri reati.
Oltre che per tentato omicidio, è stato accusato di resistenza, lesioni su altri due agenti, porto del coltello e false attestazioni perché durante diversi controlli si è presentato con 22 alias. Inoltre, gli sono state contestate le lesioni nei confronti della donna che, quella sera, è stata colpita alla testa con sassi che il 37enne ha lanciato dall'alto. E ancora per attentato alla sicurezza dei trasporti perché ha scagliato pietre contro "treni in movimento". E infine danneggiamento di un treno.