Accoltellata dal marito in un parcheggio a Seriate, il militare che l’ha salvata: “Ricordo le urla di dolore”
"Non sono un eroe, eroico è stato il fatto che la gente non si sia voltata dall'altra parte davanti all'aggressione a una donna". Nicola Rea, graduato scelto del Terzo Reggimento Aviazione dell'Esercito si trovava al supermercato Lidl di Seriate (Bergamo) la mattina dell'Epifania, quando il 48enne Daniel Manda ha accoltellato la moglie 38enne nel parcheggio. Rea, in quel momento non in servizio, insieme ad altri clienti e dipendenti del super market, ha cercato di disarmare l'aggressore e mettere in salvo la donna.
Lei si trovava al supermercato Lidl di Seriate la mattina di lunedì 6 gennaio.
"Sì, ero andato per fare degli acquisti e quando sono uscito dal supermercato ho sentito una persona urlare che c'era un uomo armato di coltello. Io e altre persone ci siamo quindi guardati intorno e abbiamo visto, poco distante dall'ingresso del super market, un uomo che teneva per i capelli una donna e la strattonava. Ci siamo quindi avvicinati e abbiamo visto che la stava accoltellando. Ricordo le urla di dolore della donna".
Che cosa avete fatto?
"Innanzitutto ci siamo diretti verso di lui, io cercavo di capire se qualcuno avesse chiamato i soccorsi e le forze dell'ordine, vedendo che c'erano già diverse persone impegnate a farlo, ho recuperato l'ombrello che avevo con me e ho cercato di disarmarlo colpendolo con forza. Nel frattempo si sono aggiunte moltissime persone, abbiamo iniziato tutti ad accerchiarlo, chi lanciandogli i sassi delle aiuole nel parcheggio del supermercato, chi gridandogli di smetterla".
L'aggressore come ha reagito ai vostri tentativi di disarmarlo?
"A ogni persona che tentava di avvicinarsi per fermarlo reagiva con la mano in cui impugnava il coltello, noi ci avvicinavamo sempre di più per cercare di farlo desistere dalla presa, ma lui continuava a colpire la donna, come se noi non fossimo lì".
Però lei è riuscito a disarmarlo.
"Di questo non ho ricordo, so che nel tentativo di colpirlo lui mi ha a sua volta sferrato un colpo ed è in quel momento che ha dato le spalle a un altro uomo che era sulle scale, dietro di lui. Quest'ultimo quindi si è avventato sull'aggressore e gli ha fatto perdere la presa sulla donna. A quel punto io l'ho trascinata subito nell'atrio del supermercato e ho fatto chiudere le porte, per evitare che lui la raggiungesse nuovamente".
Mentre la soccorrevate, la donna ha detto qualcosa?
"Si lamentava per il dolore, noi abbiamo cercato di farle molte domande per tenerla sveglia e vigile, lei continuava a nominare i figli, diceva che voleva loro bene e che non li voleva lasciare".
Lei nella colluttazione è stato ferito all'orecchio e ha vissuto momenti di grande tensione. Come si sente?
"La ferita all'orecchio è forse il male minore, è una ferita lieve, ci sono solo dei punti e non è stato intaccato altro. A livello psicologico è una brutta scena da vivere, è già angosciante ascoltare notizie del genere al telegiornale, ma viverle è completamente diverso, spero che non si debbano più vivere scene del genere".
Molti la chiamano "eroe". Lei si sente tale?
"Non sono un eroe, perché non ero lì da solo, c'erano tante altre persone con me che mi hanno aiutato, anzi, che hanno aiutato la donna. Gli eroi sono tutte le persone che in quel momento non si sono girate dall'altra parte".