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Accoltella un poliziotto alla stazione di Lambrate, 33enne accusato anche di attentato alla sicurezza dei trasporti

La Procura di Milano ha chiuso le indagini a carico dell’uomo che ha accoltellato l’agente Christian Di Martino a Lambrate lo scorso 8 maggio. Il 33enne aveva anche scagliato sassi contro una donna e verso i treni in movimento.
A cura di Matilde Peretto
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Christian Di Martino (foto da Facebook)
Christian Di Martino (foto da Facebook)

La Procura di Milano ha chiuso l'inchiesta a carico di Hassine Hamis, il 37enne di origine marocchina che nella sera dell'8 maggio scorso ha tentato di uccidere a coltellate il poliziotto Christian Di Martino nella stazione ferroviaria di Lambrate.  L'imputato è accusato di tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni nei confronti di altri due agenti, porto del coltello e false attestazioni. Ma anche di attentato alla sicurezza dei trasporti e danneggiamento di un treno perché scagliò delle pietre contro dei vagoni in movimento. Il prossimo passo è il processo.

Cos'è successo la sera dell'8 maggio: l'accoltellamento di Christian Di Martino

Nella notte tra l'8 e il 9 maggio 2024, Hassine Hamis si trovava nella stazione di Lambrate a Milano. Stava scagliando delle pietre contro treni in movimento e aveva anche colpito alla testa con dei sassi una donna che si trovava nei paraggi. Era intervenuta la Polfer (Polizia ferroviaria) che aveva chiesto il supporto della Polizia locale di Milano.

Tra gli agenti arrivati sul posto, c'era il vice ispettore Christian Di Martino e altri due colleghi. Avevano provato a fermare il 37enne marocchino prima con l'utilizzo di un taser e poi bloccandolo mentre si stava per avvicinare pericolosamente ai binari. È stato in quel momento che Hamis ha tirato fuori un coltello e ha iniziato a colpire Di Martino. Tre volte in tutto. Il poliziotto ha riportato gravi lesioni agli organi interni ed è stato ricoverato in terapia intensiva per diverse settimane.

L'arresto di Hassine Hamis e la chiusura delle immagini: le accuse a suo carico

Hassine Hamis è in arresto da quella notte. La gip di Milano, Lidia Castellucci, ha disposto il carcere per il marocchino che è, infatti, detenuto a San Vittore. Oggi, invece, la Procura ha chiuso l'inchiesta a suo carico: il 37enne è accusato di tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni nei confronti di altri due agenti, porto del coltello (lungo in tutto 30 centimetri e con una lama di 20) e false attestazioni.

Nell'avviso di conclusione delle indagini figura anche la contestazione di lesioni ai danni di una donna (la stessa che quella sera venne prese a sassate da Hamis). Non solo, un'altra accusa è quella di attentato alla sicurezza dei trasporti perché il 37enne scagliò delle pietre contro dei treni in movimento, tanto da danneggiarne uno (per cui è imputato pure per danneggiamento).

Il coltello usato da Hamis per colpire Di Martino
Il coltello usato da Hamis per colpire Di Martino

Verso il processo: "Hamis voleva uccidere Di Martino" secondo il pm

Secondo il pm non c'è dubbio che Hamis volesse uccidere il poliziotto Di Martino, salvo grazie al "pronto intervento" dei suoi colleghi che riuscirono disarmare il 37enne. Fondamentale anche l'intervento dei soccorritori e del personale sanitario dell'ospedale Niguarda dove, invece, è stato curato Christian Di Martino.

Hamis aveva sostenuto durante l'interrogatorio in carcere di non voler uccidere il poliziotto e che non voleva fargli del male. Ha anche detto che assumeva il Rivotril, o benzodiazepine, dal 2003. Ovviamente, è stato accusato lo stesso e il prossimo passo è il processo. L'uomo è difeso dall'avvocato Alfredo Quattrocchi Rosmi Gervasoni.

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