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Accoltella il vicino di casa perché bestemmia, poi si nasconde per un mese nei boschi della Brianza

L’uomo che ha accoltellato il vicino di casa della madre perché bestemmiava è stato in fuga per un mese: nei giorni di latitanza ha chiamato i carabinieri perché voleva costituirsi ma poi ha cambiato idea.
A cura di Giorgia Venturini
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Aveva chiamato in caserma per costituirsi pochi giorni dopo aver accoltellato il vicino di casa della madre perché aveva bestemmiato più volte durante la cena. Ma all'ultimo non si era presentato dai carabinieri continuando poi la sua fuga, terminata quando i militari lo hanno trovato vagare per strada a Merate, in provincia di Monza e Brianza. In manette è finito un uomo di 44 anni. Dovrà difendersi dall'accusa di lesioni gravissime.

La dinamica dell'accoltellamento

Lo scorso giugno era andato a trovare la madre nella sua casa di Lentate sul Seveso: i due non si vedevano da tempo così aveva deciso di restare per cena. Era stata organizzata una serata in cortile anche con tutti gli altri condomini. Un momento in allegria finché uno dei vicini di casa ha iniziato a bestemmiare. Il 44enne gli ha chiesto di smettere ma senza ottenere i risultati sperati. A quel punto tra i due è scoppiata una violenta lite: entrambi hanno impugnato il coltello e hanno cercato di aggredirsi. Gli altri commensali hanno provato a bloccarli ma il 44enne è riuscito a svincolarsi e raggiungere il suo "rivale" e a colpirlo all'ascella e alla schiena. Poi è scappato. La vittima è stata medicata sul posto dai sanitari del 118 e trasportata poi in ospedale dove è stata dimessa pochi giorni dopo.

La fuga in giro per la Brianza durata un mese

La fuga dell'aggressore è durata un mese. Il 44enne ha cercato di nascondersi: ha spento più volte il cellulare per non farsi trovare dai carabinieri della stazione di Lentate sul Seveso e della Compagnia di Seregno che da quella sera di giugno gli stavano dando la caccia. Poi la chiamata in caserma che faceva sperare che si sarebbe consegnato volontariamente. Fino all'arresto del 23 luglio a Merate.

Attualmente si trova in carcere poiché deve scontare 10 anni, 9 mesi e 20 giorni di reclusione per un cumulo di pene: il 44enne era stato infatti già condannato per altri reati commessi a Carate Brianza, Giussano, Carugo e Cabiate tra il 2009 e il 2017 quali il mancato rispetto degli obblighi della sorveglianza speciale, il possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, la falsità materiale commessa da un privato, il porto abusivo di armi o oggetti atti a offendere, il possesso ingiustificato chiavi o grimaldelli, truffe e frodi informatiche, ricettazione, rapina e lesioni personali.

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