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Accoltella 14 volte l’ex moglie al supermercato di Seriate, negati i domiciliari: Daniel Manda resta in carcere

La gip Lucia Graziosi ha rifiutato la richiesta di attenuazione della misura cautelare chiesta dall’avvocato Lorenzo Mele, legale di Daniel Manda, accusato di aver accoltellato 14 volte l’ex mogie nel parcheggio del supermercato Lidl di Seriate (Bergamo) la mattina dell’Epifania.
A cura di Giulia Ghirardi
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Il luogo dell'aggressione (foto da LaPresse)
Il luogo dell'aggressione (foto da LaPresse)

Daniel Manda rimane in carcere. È quanto stabilito dal gip Lucia Graziosi che ha rifiutato la richiesta di attenuazione della misura cautelare chiesta dall'avvocato Lorenzo Mele, legale del 48enne che lo scorso 6 gennaio è accusato di aver accoltellato 14 volte la moglie Daniela Manda nel parcheggio del supermercato Lidl, in via Lombardia a Seriate (Bergamo).

Nel corso dell’ultimo interrogatorio che si è tenuto il 27 marzo scorso, l'indagato aveva espresso il desiderio di tornare a casa per poter riprendere il lavoro come autotrasportatore e potersi occupare dei due figli, rispettivamente di 14 e 18 anni. Oltre a evidenziare la necessità di tornare a casa, il 48enne si era anche detto pentito assicurando di voler interrompere qualsiasi rapporto con la compagna. Soprattutto, aveva negato di aver pedinato la moglie e di essere uscito di casa con il coltello da cucina, oggetto poi sequestrato dai carabinieri giunti sul posto, e aveva affermato di non ricordare nulla dell'accaduto: "Ho avuto un blackout, non ricordo nulla".

Così, il 17 aprile scorso, attraverso il suo avvocato aveva depositato l'istanza di attenuazione della misura cautelare. Sulla base degli elementi emersi sino a questo momento e sulle dichiarazioni rese dopo l’iniziale silenzio nella quali l'indagato aveva sostenuto di non ricordare nulla, però, per il gip le esigenze cautelari restano attuali e, dunque, Daniel Manda rimane in carcere.

L'uomo, infatti, non sembra essere nuovo a questo genere di azioni. Lo scorso novembre, infatti, Manda era già stato condannato in primo grado dal Tribunale di Bergamo a 2 anni e 4 mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia, ma era in stato di libertà in quanto il primo ottobre il giudice aveva concesso la sospensione della pena perché alcuni giorni prima la 39enne aveva deciso di ritirare la denuncia. Le liti erano poi riprese a fine anno, secondo quanto riferito dalla donna che, oggi, in seguito all'aggressione ha dichiarato a Fanpage.it: "Vivo nella paura, perché so che se uscirà fra qualche anno stavolta mi farà fuori. Ha cercato di farlo quando sapeva che gli sarebbero stati sottratti i figli, non ci penserà due volte ora che non ha più nulla da perdere".

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