video suggerito
video suggerito

“Abbiamo perso lo strumento chirurgico”, così un medico rimanda l’intervento dopo 3 ore di attesa

L’ospedale sostiene che lo strumento sia stato giudicato non idoneo, ma la donna conferma di aver assistito “alle ricerche mentre ero perfettamente sveglia e cosciente”.
1.364 CONDIVISIONI
Immagine

Ha aspettato per tre ore su una barella nel blocco preoperatorio di potersi sottoporre a un intervento chirurgico programmato ormai da diversi mesi. Quando ha visto arrivare il medico pensava fosse, finalmente, arrivato il suo turno e invece si è sentita dire: "Dobbiamo rimandare l'intervento, abbiamo perso uno strumento senza il quale non si può fare l'operazione".

Il racconto della paziente

A raccontare l'intera vicenda a La Repubblica è stata direttamente l'involontaria protagonista, Manuela Caligiuri. La donna, di 44 anni, avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico presso l'Humanitas San Pio X di Milano lo scorso 18 gennaio.

"Sono stata ricoverata alle 7.30 e portata nel blocco preoperatorio alle 8.30. Mi hanno preparato con la flebo e la terapia antibiotica e lasciato ad aspettare sulla barella fino alle 11".

Per due ore e mezza la donna ha quindi assunto farmaci che poi si sarebbero rivelati del tutto inutili, visto che intorno a quell'ora "finalmente si sono decisi a dirmi che avevano perso uno strumento chirurgico senza il quale l'operazione non poteva essere svolta".

Prima di essere riportata in stanza la donna ha anche dovuto assistere "alle ricerche mentre ero perfettamente sveglia e cosciente, con tanto di scaricabarile tra lo strumentista e chi si occupava della sterilizzazione".

Ma l'assurda vicenda capitata a Caligiuri non è ancora finita, perché i sanitari le hanno chiesto di continuare a digiunare e a non bere per essere pronta all'intervento nel caso avessero ritrovato lo strumento chirurgico.

Fino a quando non "è arrivato il chirurgo che avrebbe dovuto operarmi e, estremamente mortificato, mi ha detto che lo strumento era perso e che l'operazione sarebbe stata rimandata".

La spiegazione dell'ospedale

Dal canto suo, l'ospedale Humanitas chiarisce che "per ogni intervento chirurgico viene sistematicamente eseguita un'attenta valutazione della strumentazione di sala operatoria prima di iniziare ogni intervento".

Ed è stato proprio durante questa verifica che "uno degli strumenti necessari è stato valutato non idoneo. Pertanto, informata la paziente, è stato riprogrammato l'intervento, già fissato in nuova data".

Tuttavia la paziente si sente "presa in giro" da questa spiegazione e ribadisce "di essere stata presente nel blocco preoperatorio per ben tre ore, nelle quali oltre a vedere tutto ho anche sentito tutto, compresa la telefona all'azienda farmaceutica per reperire al volo un tunnellizzatore usa e getta".

Ma la donna non perde la sua stima nel medico che dovrà operarla, che definisce "un bravissimo professionista in cui ripongo una totale e assoluta fiducia". Anche perché – stando al suo racconto – "il dottor Capicotto aveva richiesto un check della strumentazione più volte nei giorni precedenti ed era stato rassicurato al riguardo, sulla presenza di tutto il necessario".

E, oltre a pretendere "di sapere chi è responsabile di tale strumentazione e soprattutto ne pretendo un richiamo formale", vorrà anche il risarcimento delle "spese vive sostenute per la riorganizzazione della mia vita familiare".

1.364 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views