A scuola arrivano i bagni no-gender, ma al ministero c’è chi è contrario: “Vi siete spinti troppo avanti”
Un unicorno disegnato sulle porte dei servizi igienici accanto alle sagome maschile, femminile e alla sedia a rotelle. A scuola arrivano i bagni neutri, senza distinzione di sesso, per venire incontro alle esigenze di inclusione degli studenti che vanno oltre le differenze di identità di genere.
In un liceo di Milano arrivano i bagni no-gender
Succede a Milano nel liceo artistico di Brera dove la dirigente scolastica, Emilia Ametrano, ha firmato una circolare che istituisce i bagni no-gender. "Di fatto questa è semplicemente un'istituzionalizzazione di una situazione che si era già creata in precedenza", ha spiegato la preside sull'edizione milanese del quotidiano la Repubblica.
Per i rappresentanti d'istituto i bagni no-gender sono "una grande conquista". Non tutti però vedono di buon occhio la linea tenuta dall'istituto milanese che già da qualche mese ha introdotto la possibilità di utilizzare un alias. Così studentesse e studenti che hanno intrapreso un percorso di transizione di genere possono cambiare il nome sui documenti ufficiali come il registro elettronico.
"Abbiamo saputo – riferisce la preside – che qualche esponente politico del governo che si è insediato in questi giorni, ma che era già al ministero, aveva commentato dicendo che ci eravamo spinti troppo avanti già all'epoca dell'introduzione della carriera alias. In realtà la nostra è stata una presa d'atto della realtà. Nella nostra scuola abbiamo una quindicina di studenti in transizione e riconoscere la loro identità è una forma di rispetto, così come lo è la scelta di introdurre i bagni neutri".
I bagni maschili e femminili non spariranno
I servizi igienici no-gender non sostituiscono completamente le toilette presenti all'interno della scuola. Su ogni piano dell'istituto sono ora presenti un bagno maschile, uno femminile e uno neutro. Il cartello affisso sulle porte è stato ideato proprio da una studentessa in transizione.
L'inclusione è un tema che il liceo con sede in via Hajech ha sempre tenuto in considerazione: "Alcuni ragazzi non si riconoscevano nell'unicorno – prosegue la dirigente scolastica -, quindi è stata preparata anche un'altra variante del cartello". Non solo: "Devo dire che non avevamo mai avuto i cartelli per distinguere quelli per i maschi da quelli per le femmine. E quando abbiamo provato a introdurli, convinti di fare ordine, i ragazzi li hanno strappati".