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A San Vittore nasce ReverseLab, tra arte ed emozioni: così il carcere diventa anche uno spazio artistico

Nel carcere di San Vittore è stato inaugurato ReverseLab, uno spazio d’arte contemporanea permanente che ha permesso di riqualificare un’area ormai abbandonata. All’interno sarà possibile visitare alcune mostre che avranno una cadenza annuale.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di oggi, martedì 24 settembre, è stato inaugurato nella Casa Circondariale San Vittore a Milano lo spazio ReverseLab, che ha visto la collaborazione del Politecnico, del Pac Padiglione d'Arte Contemporanea, di Forme Tentative e Philo – Pratiche filosofiche ed è stato realizzato grazie a Fondazione di Comunità Milano. Si tratta di uno spazio per l'arte contemporanea a cui hanno partecipato alcuni detenuti e agenti della polizia penitenziaria.

Lo spazio si inserisce nell'ambito delle attività di Off Campus San Vittore gestito proprio dal Politecnico e aperto nel 2022 all'interno del carcere. Ha permesso di riqualificare e riattivare un raggio del carcere che era stato chiuso a metà degli anni Ottanta ed è inabitabile. Adesso è stato invece trasformato in un laboratorio permanente dedicato all'arte.

E infatti proprio oggi è stata inaugurata la mostra "Gli artisti sono quelli che fanno casino. Frammenti dal carcere di San Vittore". All'interno è possibile visitare l'opera che l'artista Maurice Pefura ha realizzato tra marzo e giugno con detenuti e agenti di polizia penitenziaria.

Al termine di questo workshop è stata realizzata un'unica opera: si tratta di migliaia di frammenti che sono stati posizionati su tessere di carta e altri materiali. L'opera è una lunga parete, alla fine della quale ci sono diversi post-it realizzati proprio dai partecipanti: "Dormire morire", "Tempo passa più velocemente", "Speranza", "Dietro la divisa c'è un cuore" sono solo alcune delle frasi. E ancora ricette di dolci e desideri: "Sole ti ho perso", "Luna dove sei".

Tra un pezzo e l'altro è possibile entrare all'interno di alcune celle, ormai in disuso, dove è possibile ascoltare le voci di alcuni partecipanti riprodotte da uno stereo o ancora vedere alcuni video.

In questo modo è possibile entrare in profonda connessione con il posto e soprattutto immaginare quali siano le condizioni in cui vivono i detenuti in Italia. L'esposizione e l'intero processo sono stati curati da Diego Sileo, curatore del PAC Padiglione d'Arte Contemporanea, che curerà anche le future mostre. Queste avranno una cadenza annuale.

I cittadini potranno visitare l'installazione due volte alla settimana: il sabato e il lunedì su due turni 14-15 e 15-16. La mostra è inoltre visibile fino al 28 ottobre previa iscrizione che troverete nell'area dedicata agli eventi del politecnico di Milano.

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