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A rischio l’associazione che dona cibo a chi è in difficoltà: “Sala riconosca che c’è un’altra Milano”

Ogni settimana, l’associazione distribuisce beni alimentari a 300 famiglie nelle case popolari e cucina 600 pasti caldi per i senza tetto. Ma i locali in cui prepara i piatti e custodisce le riserve sono sotto sgombero.
A cura di Sara Tirrito
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Mutuo soccorso Milano mentre distribuisce pasti alla Stazione centrale di Milano
Mutuo soccorso Milano mentre distribuisce pasti alla Stazione centrale di Milano

L'associazione Mutuo soccorso Milano (Msm) distribuisce beni alimentari a 300 famiglie e porta 600 pasti caldi ai senzatetto di Milano ogni settimana. Occupa i locali del Centro sociale occupato Lambretta, in via Edolo 10 a Milano, ma dal 2020 pende un'ordinanza di sgombero che potrebbe essere attuata da un momento all'altro.

Se venissero cacciati, dovrebbero trovare un'altra sistemazione per una cucina industriale e oltre 120 metri quadri di magazzino in cui stoccano tutte le derrate alimentari al servizio della città. I volontari hanno attivato una campagna di comunicazione e intavolato dialoghi con l'amministrazione milanese per avere un'altra sede, che dev'essere abbastanza grande per contenere tutto. Vorrebbero che ad assegnargliela fosse il Comune, perché significherebbe riconoscere il valore politico e sociale della loro azione di volontariato.

Cos'è Mutuo soccorso Milano

L'associazione è nata subito dopo la pandemia dall'iniziativa di volontari che avevano come modello le brigate di solidarietà attiva, cioè gruppi di cittadini che si aiutano a vicenda. Gli scopi principali erano dare assistenza alimentare ed essere un punto di riferimento per le persone che avevano perso il reddito o si trovavano in condizioni di disagio.

In pochi mesi hanno messo in piedi vari progetti, il più noto a Milano è forse Drago verde, con cui due volte a settimana i volontari distribuiscono indumenti, coperte, kit igienici e un pasto caldo a 300 persone senza tetto. Accanto a questo c'è un'attività che riguarda le case popolari: la consegna di un paniere di beni primari a 300 famiglie ogni settimana, in collaborazione con Emergency. C'è poi il progetto Comida sociale, che si occupa di recupero e lotta allo spreco alimentare.

Distribuendo cibo a migliaia di persone, MsM ha sistemato al Lambretta una cucina industriale che occupa lo spazio di un monolocale e un magazzino di 120 metri quadri, dove sono custodite derrate alimentari e beni donati dai sostenitori.

Molti dei materiali stoccati provengono da progetti europei e sono fondamentali per offrire assistenza in posti in cui il Comune non arriva. La loro è in prima istanza un'attività politica e sociale: "Tutto questo è reso possibile dall'unione di uomini e donne che hanno deciso di occuparsi e preoccuparsi sia della società in cui viviamo sia delle comunità in difficoltà che attraversiamo", dice il manifesto di Mutuo soccorso Milano.

La campagna di protesta

Ora però è sempre più probabile che la loro attività rimanga senza casa. Il nuovo governo ha rafforzato le misure contro gli spazi occupati e autogestiti, rendendo sempre più imminente la possibilità che il Csoa Lambretta, e con esso Mutuo soccorso, venga sgomberato.

"Abbiamo chiarito pubblicamente che non rimaniamo senza spazio – ha spiegato a Fanpage.it Jacopo, presidente di Mutuo soccorso – non possiamo farlo, sia per noi sia per le persone che seguiamo. E pensiamo che chi come noi svolge una funzione sociale abbia bisogno di spazio".

L'associazione ha partecipato a un bando per ottenere uno spazio comunale, ma da un lato è molto complicato trovare un luogo abbastanza capiente per contenere tutte le loro derrate e la cucina. Dall'altro, i volontari chiedono che lo spazio sia assegnato dall'amministrazione come gesto politico.

"Abbiamo un trattativa aperta con il comune – spiega Jacopo – ma si basa principalmente su un'azione politica. Un'associazione come la nostra, che supporta così tante persone a Milano, con le sue attività vuole comunicare una visione del mondo solidale. Funzionalizzare questa attività significa promuovere questi valori".

La richiesta diretta al Comune

Per questo da mesi l'organizzazione ha avviato una campagna di comunicazione che con video, azioni e comunicati, chiede al Comune di Milano di esporsi e assegnargli uno spazio. A sostenere la campagna è stato anche il fumettista Zerocalcare che ha realizzato un manifesto con il claim: Lambretta resiste. Dalla gente per la gente urlato dai personaggi di Questo mondo non mi renderà cattivo.

L'ultima delle azioni di dissenso è stato un flash mob all'Arco della pace nella notte tra lunedì 11 e martedì 12 settembre. L'associazione ha scritto a caratteri cubitali "Dateci spazio" sul prato davanti al monumento utilizzando i cartoni di imballaggio dei beni alimentari, "gli stessi cartoni con cui impacchettiamo generi alimentari e beni di prima necessità per le persone che sosteniamo ogni settimana", scrivono i volontari.

Il flash mob di Msm davanti all'Arco della pace
Il flash mob di Msm davanti all'Arco della pace

Nonostante l'ordinanza di sgombero, il Comune non è mai intervenuto per risolvere la situazione. "Riconoscerci uno spazio – dice Jacopo – significherebbe condividere i nostri valori, e cioè prevedere dei luoghi che offrano un'alternativa politica e sociale alla Milano accessibile soltanto a una minoranza della popolazione".

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