A processo Mauro Pedrotti, che uccise la madre Santina Delai: l’aveva strangolata fingendo una rapina
Mauro Pedrotti andrà a processo dopo aver confessato l'omicidio della madre Santina Delai, la 78enne trovata morta lo scorso febbraio, strangolata con uno strofinaccio, nella sua casa di Puegnago del Garda, in provincia di Brescia. Pedrotti è atteso l'11 febbraio nella prima sezione della corte d'assise.
Nell'udienza preliminare che si è svolta ieri, martedì 10 dicembre, il giudice per le indagini preliminari ha deciso di rimandare Pedrotti a giudizio con l'accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione, dal vincolo parentale con la vittima dalla sua minorata difesa. All'udienza non ha partecipato l'imputato, mentre i fratelli e le sorelle della vittima hanno deciso di non costituirsi parte civile.
Il figlio aveva inscenato una rapina per depistare le indagini
La vicenda risale allo scorso febbraio, quando il cadavere dell'anziana fu trovato verso le 7 di mattina nella sua villetta a due piani sulla riva del lago di Garda. A lanciare l'allarme fu proprio il figlio, un operaio 54enne che viveva insieme alla moglie nella casa di fronte. "L'avevamo vista alla finestra intorno alle 5.30 del mattino – raccontò in un primo momento ai carabinieri – ma non rispondeva più al telefono e siamo andati a casa sua a vedere".
Al loro arrivo, gli inquirenti trovarono il cadavere della donna, strangolata con uno straccio. La scena aveva tutte le caratteristiche di una rapina finita male: la casa a soqquadro, i cassetti ribaltati, la porta finestra spalancata. Si sarebbe trattato, però, di una messa in scena, architettata proprio da Pedrotti, che dopo un lungo interrogatorio durante la notte, confessò l'omicidio della madre e il tentativo di depistaggio.
Il movente: "Non la sopportavo più"
Durante la confessione, Pedrotti aveva spiegato che a spingerlo all'omicidio sarebbe stata una profonda insofferenza nei confronti della madre, di cui non sopportava le ingerenze nella sua vita: "Era una donna oppressiva, non voleva che io e mia moglie vendessimo la casa e la lasciassimo da sola. Mia mamma mi rimproverava ogni volta che andavamo in vacanza, mi comandava. L'ho uccisa perché ero stufo del suo carattere, abitavamo troppo vicini".
Nell'interrogatorio, Pedrotti aveva anche rivelato di aver già pensato in precedenza di uccidere la donna. Da qui, l'aggravante della premeditazione nell'accusa: "Sono andato in casa sua e ho pensato di ucciderla, volevo farlo da una quindicina di giorni. Prima l'ho strangolata a mani nude e poi ho usato uno strofinaccio, lei non ha opposto resistenza".